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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Anziani maltrattati in una casa di riposo, accuse infondate: tutti assolti

Emesso il verdetto nel processo abbreviato che vedeva al banco degli imputati titolari e dipendenti di una struttura nel basso Salento

LECCE - Sono cadute le accuse nel processo discusso col rito abbreviato sui presunti maltrattamenti avvenuti in una casa di riposo per anziani nel basso Salento. Il verdetto è stato di assoluzione, con la formula perché il fatto non sussiste, per tutti e dieci gli imputati.

A emetterlo è stato questa mattina il giudice Alcide Maritati, in linea alla richiesta della stessa pubblica accusa, rappresentata in udienza dal sostituto procuratore Massimiliano Carducci.

Sebbene le motivazioni non siano ancora note, hanno di certo inciso nella decisione, le indagini svolte dalla difesa, rappresentata dagli avvocati Roberto Rella, Luca Puce, Federico Martella, Dario Malinconico, Giancarlo Dei Lazzaretti, Vincenzo Blandolino e Mario Antonio Blandolino, e Francesco Accoto

Fu la denuncia sporta da un dipendente della struttura, a seguito del suo licenziamento, a mettere in moto l’inchiesta della Procura, svolta nel 2020, con i  carabinieri del Nas. Così, al banco degli imputati erano finiti in dieci.
In particolare, A.R.P., 48enne di San Cassiano, L.P., 46enne di San Cassiano (dirigenti), E.D’E., 24enne di Scorrano, I.C., 32enne di Tricase, A.R.C., 41enne di Diso, C.C., 69enne di Poggiardo (operatrici socio assistenziali) ed E.M., 27enne di Cursi, infermiera professionale, erano accusati di aver maltrattato un’anziana ospite non autosufficiente, facendola dormire su di un divano invece che nel letto, privandola così del sonno necessario e provocando una chiara mortificazione nella malcapitata.
A G.D.C., 60enne di Nociglia, operatrice socio assistenziale, era invece contestato il reato di abuso dei mezzi di correzione, perché avrebbe colpito più volte un anziano su una mano, per fargli lasciare un cucchiaio, tanto da provocare una crisi di pianto nell’uomo e alcune ecchimosi all’arto. Infine, E.A., 32enne di Andrano e L.S.M., 63enne di Otranto, operatori socio assistenziali, erano accusati di aver immobilizzato le braccia di un ospite alle barriere del letto, usando mezzi fisici di contenzione per un periodo superiore a quello consentito.
Ma, come detto, nessuna delle accuse si è rivelata fondata.
 

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