rotate-mobile
Cronaca Specchia

Anziano morto in una cisterna, il fratello in carcere: “Voleva strangolarmi e l'ho colpito con un bastone”

Si è tenuto oggi l’interrogatorio del 70enne accusato di aver ucciso il fratello maggiore nelle campagne di Specchia. La sua versione non ha convinto il giudice e resta nel penitenziario di "Borgo San Nicola"

SPECCHIA - “L’ho aggredito solo per difendermi perché voleva strangolarmi”, è quanto ha riferito oggi durante l’interrogatorio di convalida del fermo, Nicola Scupola, 70 anni, in carcere da tre giorni con l’accusa di aver ucciso il fratello Vincenzo, otto anni più grande di lui, nel fondo agricolo di quest’ultimo, sulla strada comunale Fontanelle di Specchia. 

Ma la tesi della legittima difesa non ha convinto affatto il giudice per le indagini preliminari Sergio Tosi che, al termine del confronto, ha accolto la richiesta della sostituta procuratrice Simona Rizzo, di lasciarlo nel penitenziario di “Borgo San Nicola”.

Dinanzi al gip, l’indagato, assistito dagli avvocati Cristiano Solinas e Sergio Annesi, ha ribadito quanto già aveva affermato davanti alla pm.

Questa la sua ricostruzione dei fatti: lo scorso 25 aprile si era recato sul fondo del fratello maggiore per incolparlo del taglio di un serbatoio dell’acqua riscontrato il giorno prima nel terreno attiguo al suo, di cui è proprietario; il malcapitato avrebbe ammesso di avere agito per fargli un dispetto e raccolte alcune pietre, le avrebbe brandite minacciosamente contro di lui che a sua volta l’avrebbe spinto, facendolo cadere a terra, e dopo avergli strappato dalle mani le pietre, l’avrebbe colpito con queste alla testa. 

In risposta, la vittima l’avrebbe afferrato per la gola, provocandogli anche un graffio sulla guancia e, a quel punto, l’indagato avrebbe afferrato un bastone che si trovava nelle vicinanze colpendo il “rivale” per un paio di volte alla testa, mentre era ancora riverso al suolo. Sempre secondo la sua versione, quest’ultimo sarebbe riuscito ad alzarsi finendo per cadere in una cisterna d’acqua, e lui, pensando che fosse morto, sarebbe ritornato a casa dalla moglie. 

Per il giudice Tosi, il racconto è inattendibile in più punti. Intanto, perché Nicola Scupola ha rimediato solo qualche graffio superficiale al volto, mentre alla gola non ha alcun segno di un tentativo di strangolamento. Le profonde e numerose lesioni riscontrate invece dal medico legale Alberto Tortorella sulla testa (anteriormente e posteriormente) e sul viso della vittima – maggiori dettagli si conosceranno dall’autopsia eseguita oggi - contrastano con la circostanza riferita dall'arrestato di aver colpito Vincenzo solo un paio di volte con il bastone, rendendo non convincente la tesi difensiva della legittima difesa e, in ogni caso, non proporzionata la reazione all’offesa. 

Oltretutto, un testimone (colui il quale aveva allertato le forze dell’ordine) aveva visto due persone, una esanime e immobile, riversa al suolo, dove aveva notato anche del sangue, mentre l’altra, in piedi e poco distante, impugnare un bastone con fare minaccioso.  

Insomma, per il gip, se Nicola Scupola avesse temuto realmente per la sua vita, dopo aver stordito il fratello con le pietre, sarebbe potuto scappare e allertare i soccorsi ed è invece, evidente che, abbia agito solo per vendicare il torto subito, ossia il taglio del serbatoio dell'acqua.

Secondo quanto spiegato dallo stesso arrestato agli inquirenti, le liti sarebbero state frequenti e scaturite da questioni legate ai terreni attigui di cui sono proprietari, tanto che, già in altre circostanze, il 78enne l'avrebbe minacciato di morte.
Ai fini della valutazione delle esigenze cautelari, si è ritenuto grave il pericolo di fuga, poiché l’uomo ha vissuto per 40 anni in Svizzera ed è ritornato a Specchia, nel suo paese d’origine, solo quattro anni fa.  

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Anziano morto in una cisterna, il fratello in carcere: “Voleva strangolarmi e l'ho colpito con un bastone”

LeccePrima è in caricamento