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Cronaca

Appalti & sanità, vanno a giudizio il senatore Tedesco e l'ex dg Lea Cosentino

Sono diciannove gli imputati a processo per associazione a delinquere e altri reati. Sotto la lente della procura barese sono finiti vari appalti. Anche 10 milioni di euro per pulizie e servizi di vario tipo nell'Asl di Lecce

BARI – Sono diciannove, in tutto, le persone rinviate a giudizio dal gup di Bari Antonio Diella, per lo spinoso caso della gestione degli appalti nella sanità pugliese. Fra i principali accusati, il senatore Alberto Tedesco, ex Partito democratico, e l'allora direttore generale dell’Asl di Bari, la leccese Lea Cosentino. Il processo si aprirà il prossimo il 6 maggio davanti ai giudici della prima sezione collegiale del tribunale di Bari. La richiesta di rinvio a giudizio era stata formulata dal procuratore aggiunto Giorgio Lino Bruno.

Associazione per delinquere, concussione, abuso d'ufficio, corruzione e falso sono le accuse formulate in capo all’ex assessore regionale, per il periodo che volge fra il 2005 e il 2009.

La Procura barese contesta a Tedesco e agli altri diciotto imputati di aver fatto parte di “una rete che era in grado di controllare forniture e gare di appalto che venivano illecitamente pilotate verso imprese facenti capo ad imprenditori collegati da interessi familiari e economici con i referenti politici e che erano in grado di controllare rilevanti pacchetti di voti elettorali da dirottare verso Tedesco in occasione delle competizioni elettorali”, secondo quanto riportato dall’Ansa.

Come noto, Tedesco rassegnò le dimissioni dall’incarico assessorile nel febbraio 2009, allorquando iniziarono ad uscire le prime indiscrezioni di stampa, per poi essere eletto al Senato, nel Pd, passando, dopo due richieste di arresto (respinte dal Senato per due volte), al gruppo misto.

Fra gli imputati vi sono dirigenti delle aziende ospedaliere e imprenditori ai quali, a vario titolo, sono costati anche reati quali di turbativa d'asta, truffa, rivelazione del segreto d’ufficio e peculato.

Sotto la lente della Procura barese sono finiti anche cinque appalti per cifre da capogiro. Uno di questi riguarda l’Asl di Lecce, per 10 milioni di euro. Nello specifico, si tratta dell’appalto per pulizie e servizi quali disinfestazione, manutenzione delle aree verdi e incolte, vigilanza non armata, facchinaggio e ausiliariato. Gli altri quattro appalti, invece, si riferiscono tutti all’Asl del capoluogo pugliese. Tre riguardano il servizio di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti speciali e il completamento delle attrezzature e degli arredi di laboratorio dell'oncologico e una l'attività di archiviazione, custodia e gestione della documentazione amministrativa e sanitaria.

Quattordici altri imputati hanno chiesto di essere processati con rito abbreviato. Le loro posizioni – chiude una nota Ansa - saranno discusse nelle udienze dell'1° e del 15 marzo, sempre davanti al gup Diella. Tra questi il consigliere regionale del Pd Antonio Decaro, che è candidato per il Pd alla Camera.

In una conversazione registrata nell'ufficio dell'allora assessore Tedesco, il 21 novembre 2008, un uomo dall'accento leccese (rimasto non identificato), "declamava a Tedesco quello che può essere definito lo statuto dell'associazione per delinquere - scrivevano i giudici del Riesame - teorizzando che attraverso nomine di persone di propria fiducia nelle istituzioni pubbliche, perpetuando di fatto una politica di occupazione delle poltrone, sarebbe stato garantito un bacino di voti idoneo ad assicurarsi la prossima campagna elettorale". 

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