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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Appalti Sanità, pm chiedono rinvio a giudizio per Fitto

Il ministro coinvolto in un presunto giro di tangenti nel periodo in cui era presidente della Regione. Chiesto il processo per 73 dei 90 imputati. L'avvocato Sisto: "Accuse assolutamente infondate"

BARI - Una novantina erano le persone indagate a vario titolo. La Procura ha chiesto di vederci chiaro su 73 di queste. E non mancano i nomi illustri. Associazione a delinquere, peculato, concussione, corruzione, falso, abuso d'ufficio e illecito finanziamento ai partiti. E' una sfilza di capi d'imputazione quella che piomba sulla testa del ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto. I pubblici ministeri della Procura di Bari, Renato Nitti, Roberto Rossi e Lorenzo Nicastro hanno formulato oggi le richieste di rinvio a giudizio di fronte al gip Rosa Calia Di Pinto, in seno all'inchiesta sui presunti appalti illeciti nell'ambito della sanità pugliese.

Come si ricorderà, insieme a Fitto è coinvolto nella vicenda anche l'editore ed imprenditore di Roma, Giampaolo Angelucci. Nell'inchiesta su un presunto maxi-giro di tangenti, i pubblici ministeri hanno chiesto, fra le altre cose, di fare luce sul finanziamento dell'editore nei confronti del movimento "La Puglia prima di tutto", creato dallo stesso Fitto, nel corso dell'aprile del 2005, ovvero durante la campagna elettorale per le regionali, poi terminata con la vittoria di Nichi Vendola. Tutta la vicenda risale ovviamente ad un tempo precedente, ovvero al periodo che volge dal 1999 proprio a ridosso del 2005, nel corso del mandato di Fitto in qualità di presidente della Regione Puglia.

Ad Angelucci viene contestato di aver versato 500mila euro nelle casse del movimento politico, da qui le ipotesi di reato di corruzione e illecito finanziamento ai partiti. Per i magistrati i soldi sarebbero serviti per ottenere nel 2004 un appalto di sette anni per gestire undici residenze sanitarie assistite. Nella prima fase dell'inchiesta, Angelucci fu arrestato e confinato per alcuni giorni ai domiciliari. Per Fitto, che però era intanto salito al Parlamento nelle file di Forza Italia, il Parlamento negò il placet all'arresto.

A parlare per l'attuale ministro per gli Affari regionali è il suo avvocato, Francesco Paolo Sisto: "Da circa quattro anni sulle vicende giudiziarie dell'onorevole Raffaele Fitto continuano ciclicamente ad essere date delle ‘non notizie'. Ogni passaggio meramente formale costituisce pretesto per intonare una cantilena che ricorda l'impianto accusatorio nei minimi dettagli. Ecco quindi che la discussione di oggi, normale passaggio dell'udienza preliminare che si concluderà solo il 30 novembre prossimo, diviene come in precedenza, occasione per ribadire che la Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio dell'onorevole Fitto. Se siamo in udienza preliminare è ovvio che in precedenza c'è stata una richiesta di rinvio a giudizio: ciò nonostante gli atti documentano l'assoluta infondatezza delle accuse, come la difesa dimostrerà dinanzi allo stesso gup. Rimane quindi ferma la fiducia nella serena valutazione del giudice, sia pure nell'amarezza suscitata da questa ingiusta e sterile cantilena".

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