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Cronaca

Appiccano incendio nel bosco: fiamme anche in una casa

E' certamente opera di piromani l'immenso rogo divampato all'ingresso di San Cataldo. Circa 15 ettari in fumo. Le fiamme hanno superato persino la statale, arrivando in una villa. Momenti di panico

L'estate scorsa boschi e campagne fra le marine che sorgono nei demani di Lecce, Vernole e Melendugno furono devastati da una serie di incendi dolosi a catena impressionanti per l'estensione delle zone di volta in volta colpite e per i danni provocati. L'apice di questi episodi criminali si ebbe con il disastroso rogo nell'oasi naturale delle Cesine. L'incendio divampato nel primo pomeriggio di oggi a pochi chilometri dall'ingresso di San Cataldo, è stato il primo, in un'estate poco ventilata, paragonabile a quegli eventi, nei dintorni del capoluogo. I piromani hanno quindi scelto il momento propizio per mettere in atto il loro assurdo piano, senza alcuna logica, se non quella di "divertirsi". E che vi sia la mano di qualche esagitato, hanno pochi dubbi vigili del fuoco ed agenti del corpo forestale. Qualche esagitato che ha rischiato, oltre di far divorare dal fuoco ettari ed ettari di macchia mediterranea (si calcola al momento che 5 o 6 siano quelli mangiati dalle fiamme), anche di provocare feriti e intossicati. L'incendio è infatti scoccato in prossimità del Villaggio Adriatico, un vasto agglomerato di case che sorge quasi all'ingresso della marina. Non solo residenze estive, ma anche abitazioni di leccesi che qui vivono tutto l'anno.

Uno o più piromani, dunque, intorno alle 15-15,30, sono penetrati nel bosco che rasenta la statale che da Lecce conduce a San Cataldo e hanno acceso alcuni focolai, che poi, sospinti dal vento, hanno permesso alle fiamme di compattarsi in un unico fronte. Impressionante la nube grigiastra che si è sollevata al cielo. L'odore acre si avvertiva anche ad alcuni chilometri di distanza. Alcuni arbusti aizzati dalla tramontana hanno letteralmente scavalcato in volo le quattro corsie della statale ed hanno attecchito le piante di un'abitazione che sorge sul margine destro della carreggiata, visibile per chi da Lecce si diriga nella marina. La donna che vi abita è scappata per strada in preda al panico, trovando qui decine di vicini già usciti dalle case e fermi sul ciglio.

L'incendio nella villa è stato domato da un mezzo della protezione civile e due della forestale. I vigili del fuoco giunti sul posto dal comando provinciale di viale Grassi con due squadre hanno, per domare il grosso dell'incendio, nel bosco (davanti ai loro occhi un muro di fuoco particolarmente alto, fino alle chiome degli alberi), hanno avuto necessità di ulteriori soccorsi. Sul posto, dunque, anche un'autobotte, le squadre dei distaccamenti di Otranto e Veglie, i mezzi della forestale e quelli della protezione civile. La strada è stata chiusa al traffico per circa tre ore, fino alle 18,30, quando l'emergenza è rientrata, e le auto fatte smistare all'interno del Villaggio Adriatico da pattuglie di polizia e carabinieri.

Il lavoro di spegnimento è stato reso particolarmente difficile dalla fitta vegetazione, quasi impenetrabile, e dall'assenza di accessi agevoli per i mezzi più voluminosi, che sono riusciti ad entrare nella macchia dopo notevoli sforzi, attraverso una stretta via sterrata che sorge ai margini della Lecce-San Cataldo, raggiungendo a fatica il fulcro del rogo. Tutto questo, mentre altre squadre dei vigili del fuoco lavoravano nel "Bosco Buia", nei dintorni di Lequile. Anche qui, un vasto incendio doloso, che ha rischiato letteralmente di far scomparire un parco naturale, non nuovo, purtroppo, a simili episodi. I pompieri sono riusciti ad arrivare appena in tempo per salvarlo. Nell'aria, resta un assurdo odore di distruzione.

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