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Cronaca

Blue Sky-M, nel porto di Gallipoli con 796 migranti: un arresto

Il 31 dicembre dello scorso anno una motonave battente bandiera moldava approdò sulla costa ionica. A bordo donne e uomini che avevano pagato almeno 4500 euro ad un'organizzazione che reclutava membri degli equipaggi, pagati fino a 50mila dollari. Un mandato di cattura europeo eseguito all'alba in Germania, due i ricercati

LECCE – Un affare da milioni di euro, gestito da organizzazioni criminali senza scrupolo, specializzate nel traffico di esseri umani, merce da recapitare sulle coste italiane. Migliaia di vite in fuga da paesi devastati da guerra e miseria, cullando la speranza di una vita migliore. “Guarda come si sono ridotti – dice uno de trafficanti di esseri umani in una conversazione via chat – sono come pecore. Un’indagine complessa e articolata quella coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Lecce Guglielmo Cataldi e dal collega Antonio Negro, sulla nave Blue Sky-M, approdata alle 2.37 del 31 dicembre nel porto di Gallipoli dopo aver lanciato, a largo di Corfù, un Sos per la presenza di uomini armati a bordo e di cadaveri (informazione che si è poi rivelata priva di fondamento). A bordo della nave 796 migranti, che hanno raggiunto il Salento dopo un lungo viaggio, durato dieci giorni. Il cargo è stato intercettato al largo di Santa Maria di Leuca, e condotto in porto dagli uomini della guardia costiera, dopo essersi calati a bordo. Ogni migrante ha pagato, per quell’ennesimo viaggio della speranza, una cifra vicina ai seimila dollari. Per lo più siriani, professionisti (insegnati, medici, avvocati et cetera) in fuga dalla devastazione del proprio Paese con la famiglia.

L’inchiesta aveva già portato a quattro arresti: un 36enne, il comandante della “Blu Sky M”, e tre membri dell’equipaggio: un 46enne, un 35enne e un 30enne, che avevano cercato di confondersi tra i migranti. Arresti che hanno costituito solo l’avvio delle indagini: l’intuito e l’esperienza dei carabinieri del Nucleo investigativo (guidato dal capitano Biagio Marro) e del Reparto operativo di Lecce hanno sin da subito delineato l’esistenza di un’organizzazione criminale transnazionale. Attraverso le dichiarazioni del comandante della nave e l’analisi dei cellulari sequestrati, gli inquirenti hanno ricostruito la “crew list”, la lista dell’equipaggio composta da 12 persone (cinque delle quali sono risultate estranee a ogni ipotesi di reato). Al termine di accurate investigazioni condotte dai carabinieri, dalla Squadra mobile della questura di Lecce, con il coordinamento del Servizio centrale operativo e del Gico della guardia di finanza di Lecce, sono stati identificati gli altri tre uomini dell’equipaggio della motonave. Il procuratore Cataldo Motta ha sottolineato le grandi capacità delle forze di polizia giudiziaria coinvolte (polizia, carabinieri, guardia di finanza e capitaneria di porto), tra le migliori al mondo.

Nelle prime ore di questa mattina, con la collaborazione della polizia tedesca è stato eseguito a Soest (un comune tedesco nel land Renania Settentrionale-Vestfalia) uno dei mandati di arresto europeo emessi dal gip Alcide Maritati su richiesta della Dda di Lecce per la cattura di tre cittadini siriani, destinatari della misura cautelare della custodia in carcere, per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con l’aggravante della finalità economica e del trattamento inumano e degradante. In carcere è finito Mohamad Halima, 21enne siriano. La polizia teutonica è sulle tracce del fratello Abdulla, 26 anni, mentre sembra aver fatto perdere le proprie tracce il terzo ricercato, un ingegnere navale.

Al vertice dell’organizzazione vi era un sodalizio criminale impegnato in attività illecite in più Stati, tra cui Turchia, Romania, Siria e Libano che ingaggiava i membri dell’equipaggio (pagati circa 50mila dollari) e reperiva i migranti intenzionati ad avvalersi del trasporto illegale verso l’Italia a bordo della nave. In particolare in Romania (a Costanza) è avvenuta la20150812_104756-2 compravendita dell’imbarcazione e la relativa copertura assicurativa. La nave è poi salpata da Mersin in Turchia. L’inchiesta ha già accertato che la Blue Sky e l’Ezaaden, l’altro mercantile approdato in Italia, a Corigliano Calabro, con a bordo 360 migranti siriani, sono partite dallo stesso porto turco contemporaneamente, sotto la guida di una stessa organizzazione criminale. Il secondo cargo è stato intercettato alla deriva nel Mar Jonio da un elicottero. La nave, battente bandiera della Sierra Leone, non era in grado di navigare ed è stata trainata da un pattugliatore islandese che partecipa alla missione Triton. A bordo c’erano 243 uomini, 43 donne e 74 bambini.

Era dai tempi delle grandi migrazioni albanesi che sulle coste pugliesi non si vedeva un numero così alto di migranti, segno che i conflitti e le grandi ondate migratorie del vicino Oriente potrebbero presto portare una nuova emergenza umanitaria nella parte più a Levante d’Italia. I conflitti e la situazione politica in Medio Oriente, fanno gola ai trafficanti di esseri umani. Stessa strada degli anni passati, stessi criminali con base in Turchia ma nuove merci. Il posto dei curdi degli afghani, iraniani e iracheni, lo hanno preso i siriani, uomini donne e bambini in fuga da regimi o paesi in guerra e diretti anch'essi in nord Europa, Germania, Inghilterra e Scandinavia in particolare. Primo luogo di raduno per tutti è Aksary, un quartiere di Istanbul dove i profughi si ritrovano dopo aver viaggiato via terra per migliaia di chilometri. È qui che si procede all’organizzazione dei viaggi in mare. Da Istanbul si prosegue sempre via terra fino ad Antalya, Smirne e Tekirdag, i tre porti dai quali salpano le navi. Poi, il viaggio in mare, tar speranza, paura e sogno. Da alcuni mesi è ripresta anche la vecchia pista balcanica. 

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