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Cronaca Copertino

Tentano estorsione ai danni dell’impresario funebre. Incastrati i tre autori

Il gruppo è finito in manette all'alba, dopo un mese di indagini, quando i carabinieri della compagnia di Gallipoli hanno bussato alla loro porta. Ad aprile, imbucarono una lettera contenente una richiesta di denaro sotto la porta dell'attività di un uomo di Copertino, ma sono stati fermati grazie alle videocamere

COPERTINO - Lui, che con il suo tipo di lavoro ne ha viste di tutti i colori, confrontadosi da sempre con i dolori altrui, questa volta si è sentito raggelare il sangue. Quella lettera anonima, recapitatagli lo scorso 12 aprile, lo esortava a versare una somma di 2mila e 500 euro. Il dove, il come e la quantità di denaro di ogni "rata" gli sarebbero stati forniti in un secondo contatto. Ma l’imprenditore di Copertino, titolare di un’agenzia di pompe funebri, si è recato immediatamente dai carabinieri della tenenza locale, denunciando quella tentata estorsione.

All’alba di oggi, i militari dell’Arma della compagnia di Gallipoli, coordinati dal capitano Michele Maselli, hanno fermato e arrestato tre uomini, ritenuti responsabili in concorso di quanto accaduto. Si tratta di Mirko Pagano, 29enne di Copertino, Marco Sederino, coetaneo di Porto Cesareo e Fabio Frisenda, un 32enne sempre originario della cittadina, tutti e tre gravati da precedenti penali specifici, e destinatari di altrettante ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip del Tribunale di Lecce, Giovanni Gallo.

L’attività investigativa fu avviata un mese addietro, immeditatamente dopo la segnalazione dell’episodio da parte della vittima.  Gli inquirenti acquisirono i filmati dell’impianto di videosorveglianza della stessa agenzia, assieme ad altre registrazioni dell’impianto pubblico. Già da quei primi riscontri, emerse l’identikit di colui che aveva depositato la missiva presso i locali dell’attività. Si tratta di Sederino, in casa del quale verranno anche rinvenuti gli stessi indumenti utilizzati nella serata della consegna della busta.

Poi, seguirono anche alcune telefonate, indirizzate ad una persona vicina al commerciante, a cui i malviventi hano chiesto di intercedere. Ma l'amico dell'imprenditorecollaborerà con gli inquirenti, svelando i contenuti di quelle conversazioni nelle quali i componenti del gruppo invitavano l'uomo a dare “soddisfazione” alle loro richieste di denaro.

A quel punto è stato organizzato l’incontro, fissato per alcune settimane dopo. I militari, appostati, hanno assistito ai contatti, nei quali la vittima non ha mai concesso contanti, nei quali è emersa chiaramente la responsabilità dei tre che, dopo le formalità di rito, sono sati accompagnati presso il carcere di Borgo San Nicola alle porte di Lecce.

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