rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Squinzano / Via Vittorio Occorsio

Il "chiarimento"? A fucilate. Un ferito, tre arresti: tentato omicidio

In manette Palo Scazzi, 23enne, e due 28enni, Fausto Valeriano Poso e Cosimo Emiliano Palma. Un quarto giovane ricercato. La vittima designata, il 23enne Tomas Barbetta. Ma a finire in ospedale, con un infarto, è stato lo zio

 

SQUINZANO – E’ quasi mezzanotte quando tre colpi di fucile squarciano il velo del buio, alla periferia di Squinzano. Al civico 11 di via Occorsio, crollano i vetri di una stanza da letto, investono un uomo che dorme, ignaro di tutto, vittima di una follia cieca, senza alcuna colpa, se non quella di trovarsi nel posto sbagliato. L’uomo si alza, vede le schegge sul corpo, la mano insanguinata. Viene colto da infarto. Di lì a poco, i sanitari del 118 lo condurranno d’urgenza in ospedale a bordo di un’ambulanza. Una Multipla, intanto, si allontana a forte velocità, in viaggio verso Lecce. E’ proprio nel capoluogo che i carabinieri la ritroveranno. Stringendo le manette ai polsi di Palo Scazzi, 23enne, e di due 28enni, Fausto Valeriano Poso e Cosimo Emiliano Palma. Un quarto giovane è al momento ricercato.

Le lancette degli orologi indicano già le 3,30 del mattino, e loro si trovano nei pressi di piazzetta Santa Chiara. I carabinieri li sorprendono nel cuore della “movida” leccese, le cui luci sfavillanti si sono abbassate già da un po’. Intorno, anche gli ultimi locali stanno per chiudere i battenti. Tutti e tre sono squinzanesi, i primi due, volti che i militari conoscono già per altre vicende. La vittima designata, doveva essere Tomas Barbetta, 23enne, anch’egli di Squinzano. Che non ha riportato un graffio. Davanti ai medici, invece, finisce lo zio, Donato Capraro, 62enne. L’uomo che dormiva pacifico nella sua stanza.    

Definire i contorni di questa storia, non è semplice. I carabinieri della compagnia di Campi Salentina e di Squinzano ci stanno provando. Per gli investigatori, diretti dal capitano Simone Puglisi e dal tenente Giovanni Porta, è un lavoro complesso: il mosaico è variegato e tante tessere devono essere inserite al posto giusto. Molte sono le domande che cercano una risposta (compreso il movente), e per le quali bisogna partire dai pochi dati certi e da alcune dichiarazioni e testimonianze. Un quadro ancora fluido, insomma.

L’aspetto principale sul quale i carabinieri cercano di accendere un faro, come evidenziato nel corso di una conferenza stampa che s’è svolta presso la sede della compagnia di Campi Salentina, è la natura dei dissidi che avrebbero condotto ad una sorta di chiarimento, finito molto male, fra Barbetta e i tre giovani. Fra i quali un ruolo chiave avrebbe Scazzi. Questi, infatti, avrebbe prima minacciato l’altro ragazzo con una pistola (ma è uno degli aspetti per cui il condizionale è d’obbligo), per poi ripresentarsi, forte della presenza dei suoi amici, davanti all’abitazione in cui Barbetta abita con la famiglia, compresi lo zio rimasto ferito e un fratellastro, Cosimo Stefanizzi, ieri non presente, ma la cui storia i carabinieri sospettano possa intersecarsi in qualche modo con questa vicenda, sempre come possibile vittima, nel recente passato. A far fuoco sarebbe stato proprio Scazzi. L’auto, invece, è di proprietà del padre di Poso, ma in uso a quest’ultimo. E’ finita sotto sequestro.

Tre colpi contro l'abitazione

Barbetta, un giovane con piccoli precedenti di polizia, era da poco ritornato a casa, quando ha visto arrivare la Multipla. A bordo, quattro giovani. Affacciato alla finestra, pare abbia riconosciuto tre volti. Con Scazzi in prima linea. Fra le braccia, un fucile da caccia. Il tempo di gettarsi per terra, poi, i colpi. In successione. Tre in tutto.

Gli spari, però, hanno infranto una finestra sottostante a quella presa mira, corrispondente alla stanza da letto di Capraro. La rosa dei pallini ha danneggiato i muri interni. L’uomo, terrorizzato, è stato condotto presso l’ospedale “Città di Lecce”, con un infarto in corso. Gli investigatori, intanto, dopo un primo sopralluogo, hanno raccolto varie dichiarazioni, ricostruendo in breve i fatti e avviando un’attività info-investigativa che ha permesso di ritrovare, nel centro storico di Lecce, i presunti responsabili di quella che sembra molto di più che una bravata notturna

In caserma, Scazzi, Poso e Palma hanno negato ogni addebito. Ma non per questo hanno evitato l’arresto. Il pubblico ministero di turno, Paola Guglielmi, ha disposto la custodia cautelare in carcere. I tre rispondono di tentato omicidio in concorso, lesioni, porto abusivo di arma in luogo pubblico, accensioni pericolose e favoreggiamento personale nei confronti del quarto complice. Ricercato, proprio come l’arma del delitto. Sotto sequestro sono finiti, oltre l’auto, anche due bossoli rinvenuti sul posto. Gli indagati sono difesi dall’avvocato Ladislao Massaro.  

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il "chiarimento"? A fucilate. Un ferito, tre arresti: tentato omicidio

LeccePrima è in caricamento