Nel portabagagli un ordigno da 550 grammi e parrucca da donna: arrestato
Un 45enne di San Donato di Lecce trovato con munizioni da caccia e un ordigno di cui si ignora destinazione e provenienza. Nella villa comunale di Lecce due denunce per droga
SAN DONATO DI LECCE – Detenzione e porto illegale di un ordigno, oltre a munizionamento di caccia: queste le accuse con le quali è finito in arresto un uomo nelle ultime ore. Cosimo Damiano Ingrosso, un 45enne di San Donato di Lecce, è stato infatti scoperto dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia leccese. I militari, che stavano eseguendo un’attività di servizio, hanno notato la Renault Scenic dell’uomo e l’hanno sottoposta a un controllo.
Nel portabagagli, nell’alloggiamento della ruota di scorta e avvolto in una felpa, una parrucca da donna e uno scialle, un ordigno esplosivo di elevato potenziale, di fattura artigianale e privo di dati identificativi, del peso complessivo di 550 grammi di cui 400 solo di polvere esplosiva. E non è tutto. In casa del 45enne, anche 46 cartucce da caccia calibro 12 e due grammi di hashish: il tutto sottoposto a sequestro. L’ordigno, intanto, è stato messo in sicurezza dagli artificieri del comando provinciale, sopraggiunti per evitare conseguenze. Vista la gravità della posizione dell’uomo, è stato accompagnato nel carcere di Lecce, in attesa di fornire risposte esaustive sull’utilizzo che avrebbe fatto di quel materiale esplosivo.
I carabinieri della compagnia di Lecce, sempre ieri, hanno inoltre denunciato due cittadini per detenzione di droga finalizzata allo spaccio. E’ accaduto in città, dove i militari hanno fermato due ragazzi stranieri nella villa comunale. Dapprima sono stati fermati gli acquirenti, poi segnalati alla prefettura perché trovati con hashish. Poi è toccato ai due pusher: S.A. 19enne originario del Gambia e D.S. 22enne originario del Mali. Addosso, avevano 30 grammi di hashish, 10 g di marijuana e 185 euro in banconote di piccolo taglio. I due sono stati deferiti in stato di libertà, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica, Roberta Licci.