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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Monteroni di Lecce

Razzia di pannelli fotovoltaici nel Brindisino: vigilante salentino tra i fermati nel blitz

Un 36enne di Monteroni di Lecce è stato arrestato, assieme ad altri 17 individui, dagli agenti di polizia della squadra mobile di Brindisi. Nelle ultime settimane, la banda ha "ripulito" gli stabilimenti della zona e ora è accusata di associazione a delinquere finalizzata ai furti e ricettazione

MONTERONI DI LECCE - Hanno rubato lastre in silicio dagli impianti per la produzione di energia, mettendo in ginocchio diverse aziende. C’è anche un salentino tra gli arrestati nel blitz condotto dalla squadra mobile di Brindisi. Si tratta di Diego Quarta, un 36enne nato a Campi Salentina, ma residente a Monteroni di Lecce, fermato assieme ad altre 17 persone, nell’ambito dell’operazione denominata “Industrie sicure”.

I provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Brindisi, Stefania De Angelis, su richiesta del pubblico ministero, Marco D’Agostino. Tutto è cominciato da un’indagine che ha messo assieme, come con le tessere di un grande puzzle, i numerosi colpi avvenuti ai danni di aziende e parchi fotovoltaici del Brindisino. Tra i fermati durante il blitz, anche imprenditori e dipendenti delle società operanti nel settore delle energie rinnovabili. Tra gli episodi, anche uno a Salice Salentino, nel mese di novembre del 2012, ai danni dell'impianto "Elio Salice", in contrada Fiuschi.

 Agli arrestati vengono contestate le accuse di associazione a delinquere finalizzata ai furti, ricettazione del materiale e delle attrezzature asportate dagli stabilimenti della zona industriale. Di seguito, i nomi degli altri destinatari delle ordinanze di custodia cautelare: Gianluca Giosa, Orazio Lagatta, Davide Picciolo, Francesco Pugliese, Cosimo Schena, Giovanni Nigro, Andrea Baglivo, Antonio Cannone, Antonio Chiarella, Emanuel Magrì, Gianfranco Maiorano, Tiziano Martina, Arcangelo Urso, Giacomo Urso, Antonio Leo, Antonio Caforio e Raimondo Testini (gli ultimi tre sono già detenuti).

Quarta e Magrì, in particolare, secondo quanto contesta la polizia, avrebbero operato in stretto contatto con Leo e Giosa in quanto dipendenti, all'epoca dei fatti, di Alma Roma e Cems, società che si occupavano rispettivamente della vigilanza e della manutenzione elettrica dei siti fotovoltaici (società che ora assumeranno provvedimenti nei confronti dei dipendenti), interessandosi a reperire i siti nei quali perpetrare i furti, grazie alla conoscenza delle mappe degli impianti, delle tracce interrate dove ritrovare filamenti in rame di spessore maggiore, e alla manomissione delle telecamere di sorveglianza.

L'agenzia di sicurezza privata "Alma Roma", intanto, ha tenuto a precisare che: "Diego Quarta ha cessato il suo rapporto di lavoro con l'istituto di vigilanza in data 16 gennaio del 2013. L'azienda è estranea all'eventuale comportamento del soggetto e non è interessata in alcuna vicenda giudiziaria".

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