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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Presunte frodi col bonus facciate: dopo i sequestri, arrestato titolare di srl leccese

Un imprenditore barese di 49 anni, noto alle cronache locali per un maxi sequestro a giugno, ora ristretto ai domiciliari. A ottobre sigilli anche ai beni della ex moglie, amministratore unico della società con sede a Lecce

LECCE – Indagato a giugno per una presunta frode coi soldi del “bonus facciate”, e poi nuovamente nel mirino della guardia di finanza a ottobre scorso, ora l’imprenditore 49enne è stato dichiarato in arresto. Nella mattinata di oggi i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria del capoluogo pugliese hanno infatti eseguito una ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Bari.

Il provvedimento nei confronti dell’imprenditore edile barese, Alessandro Trerotoli,  titolare di una società con sede a Lecce e operante nel settore degli apparecchi elettromedicali. Risponderà delle accuse di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

Le indagini avrebbero fatto puntato i riflettori sull’esistenza di un circuito fraudolento destinato alla creazione, circolazione, monetizzazione e utilizzo in compensazione di crediti d’imposta inesistenti. È infatti emerso come i cittadini che avrebbero commissionato le opere di recupero edilizio erano sprovvisti di una capacità reddituale e finanziaria idonea a sostenere delle ingenti spese di rifacimento delle facciate, in relazione alle quali sarebbe maturato, in origine, il credito d’imposta successivamente ceduto all’indagato.  

Nel corso della stessa attività investigativa - lo scorso 9 giugno – all’imprenditore era  stato notificato un maxi sequestro da 140 milioni di euro. E non è tutto. A ottobre le fiamme gialle hanno infatti apposto i sigilli anche al patrimonio immobiliare intestato alla ex moglie, ma di fatto orbitante attorno all’attività imprenditoriale. La donna, secondo gli inquirenti, avrebbe ricevuto denaro proveniente dalla monetizzazione di parte proprio dei crediti inesistenti, impiegando una porzione di liquidità ottenuta nella sua srl con sede a Lecce, di cui è amministratore unico. Quel giorno di ottobre, peraltro, il personale delle fiamme gialle aveva anche eseguito delle perquisizioni nella sede della Reggina Calcio, per accertamenti su un episodio: la squadra calabrese avrebbe ricevute delle somme in denaro da parte di Trerotoli a mo’ di sponsorizzazione.

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