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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Adesca adolescenti su Internet. A Lecce il caso più grave: arrestato 30enne

Un uomo è finito in manette a Rimini, su disposizione del gip di Lecce che ha emesso l’ordinanza di carcerazione. A partire dal 2013, avrebbe contattato tramite Facebook, e poi Whatsapp, almeno 14 ragazzini. Nel Tacco, ha consumato l’unico rapporto sessuale con un minorenne

RIMINI – Anche un minorenne salentino tra le presunte vittime di un pedopornografo, finito in manette nella giornata di oggi, a Rimini. Tutto sarebbe cominciato nella primavera del 2013, quando una donna si è presentata presso la stazione dei carabinieri di Bellaria Igea Marina, per denunciare i messaggi a sfondo sessuale, recapitati da un uomo sulla posta di so figlio, un ragazzo di appena 14 anni.

 E’ stato soltanto l’input investigativo, dal quale sono emerse migliaia di contatti da parte del 30enne con minori di tutto lo Stivale. Per la precisione, si attesterebbero a circa 23mila i messaggi e le telefonate inviati tramite Facebook e tramite l’applicazione di Whatsapp.

E sarebbe accaduto proprio nel Tacco l’episodio più grave tra tutti quelli già piuttosto preoccupanti. L’arrestato si era recato in vacanza nel Salento dopo aver dato appuntamento a una delle sue vittime. E’ proprio qui che sarebbe stato consumato un atto sessuale. L’unico, praticamente, avvenuto realmente. L'arresto, infatti, è stato eseguito su ordinanza del gip di Lecce, mentre l'interrogatorio ai domiciliari sarà condotto dal giudice del Tribunale romagnolo.

A conferma della condotta del 30enne, che si è protratta per mesi, nonostante il divieto scattato già dopo la prima perquisizione nell’autunno del 2013, migliaia di fotogrammi e chat di natura inequivocabile trovati durante la perquisizione in casa del 30enne. L’ispezione è stata disposta dalla Procura distrettuale antimafia di Bologna.

Il più piccolo dei ragazzi adescati, tutti di sesso maschile, ha 12 anni. Ma le altre vittime non sono di molti anni più anziane. Quattordici quelle identificate, tutte residenti nelle province di Brindisi, Rimini, Catania, Palermo, Forli', Pavia e Lecce. Secondo le ricostruzioni, l'uomo pagava le foto che i ragazzini gli inviavano con regali costosi, abbigliamento firmato, profumi e ricariche telefoniche. In cambio, era sufficiente raccontare i propri gusti sessuali, fino agli incontri dal vivo e a richieste sempre più esplicite e perverse.

La frase di rito per gli adescamenti, stando a quanto si apprende dalle principali agenzie di stampa, era quasi sempre la stessa: "Fai sport? Chissà che fisico ti ritrovi. Togli la maglietta e fammi vedere gli addominali".

In più di una occasione, le vittime non ci sono state. Hanno finto di assecondare il 30enne, per poi defilarsi dopo aver intascato il regalo promesso via chat.

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