Con la motosega tra gli ulivi secolari della Provincia. In manette 61enne
Aveva accatastato 20 quintali di legna, sulla via che congiunge Squinzano a Casalabate. Si tratta di un 61enne, padre di Salvatore Milito, noto alle cronache locali. Ricercato il complice. Pochi minuti dopo, in sei hanno tentato furto in una masseria della zona
SQUINZANO – Il fatto che quegli alberi fossero secolari costituiva, evidentemente, una questione secondaria. Così ne hanno divelti quattro, armati di motosega, accatastando circa venti quintali di legname, senza fare i conti con quanto sarebbe accaduto di lì a poco. Intorno alle 21,15, i vigilantes dell’istituto privato La Velialpol stavano perlustrando le campagne comprese tra Squinzano e Casalabate, quando hanno scorto movimenti sospetti in località “Badessa”, a circa cinque chilometri dal centro abitato, in direzione della marina.
Hanno sorpreso due individui, intenti a falciare ulivi storici da una proprietà della Provincia di Lecce. Mentre uno dei due si è immediatamente dileguato alla vista del personale, il complice è stato bloccato e consegnato nelle mani dei carabinieri della compagnia di Campi Salentina, sopraggiunti dopo la segnalazione.
Si tratta di Renato Milito, 61enne residente a Trepuzzi, noto alle forze dell’ordine anche per essere il padre di Salvatore Milito, il 41enne condannato a sei anni e quattro mesi per reati legati allo spaccio di stupefacenti, e balzato agli onori della cronaca per il tentato omicidio di luca Greco e Marino Manca, avvenuto nelle campagne di Squinzano, poco distante dal luogo del furto, alla fine dell’estate scorsa.
Il 61enne è stato identificato e tratto in arresto, con l'accusa di furto aggravato e ricettazione, mentre è caccia al suo complice, fuggito senza lasciare tracce. E’ finito invece sotto sequestro il furgone Ford Transit, risultato rubato nel mese di ottobre a Spongano, che sarebbe stato utilizzato dalla coppia per prelevare tutta la legna.
Appena dopo un quarto d’ora dall’episodio, un nuovo allarme è giunto alla sala operativa dello stesso istituto di vigilanza privata. Una vera e propria banda, composta da sei individui, aveva infatti preso di mira la masseria “Trapanà” , alla periferia di Surbo. Il casolare, disabitato e contenete soltanto alcuni attrezzi agricoli all’interno, era stato visitato dai malviventi i quali, dopo aver manomesso lucchetti e gli accessi allo stabile, avevano persino messo in moto un trattore, pronto per essere portato via.
Ma, alla vista dei vigilantes, sono riusciti a fuggire in direzione diverse. Quattro di loro sono montati a bordo di un’autovettura di grossa cilindrata, gli altri due sono fuggiti a piedi per le campagne adiacenti. I militari dell’Arma della compagnia di Lecce si sono messi anche sulle loro tracce, sperando di fermarli a stretto giro di posta, per scongiurare il rischio che altri colpi possano essere tentati.