Assalto ai tifosi del Pescara: ci sono 17 indagati. Chiesta verifica su materiale
Prende corpo l’inchiesta sull’aggressione del 31marzo dello scorso anno sulla superstrada che causò danneggiamenti e quattro feriti tra i tifosi abruzzesi. Richiesta di incidente probatorio per comparare i profili biologici degli ultrà indagati
LECCE - Prende corpo l’inchiesta della procura di Lecce sull’assalto del 31 marzo dello scorso anno ai danni dei tifosi del Pescara avvenuto lungo la superstrada che da Brindisi conduce a Lecce (all’altezza dello svincolo Torchiarolo-San Pietro Vernotico) e che vide coinvolti diverse decine di ultrà giallorossi e che portò al ferimento di almeno quattro giovani abruzzesi e dell’autista del pullman e il danneggiamento dei mezzi, uno dei quali fu anche incendiato. Ci sono i primi 17 indagati.
E a breve si procederà anche alla fissazione dell’incidente probatorio, richiesto al gip dal sostituto procuratore e titolare dell’inchiesta Alessandro Prontera, per l’individuazione de profili genetici (ovvero profili di Dna) sul materiale sequestrato dalla polizia sul luogo dell’aggressione, (passamontagna, un casco, tubi metallici, mazze di ferro e legno, bottiglie di vetro vuote, guanti e artifizi pirotecnici), da comparare con i profili genetici estratti dai campioni biologici prelevati dai soggetti finiti sul registro degli indagati e che dovranno ora difendersi dalle future accuse che verranno loro contestate.
I fatti si consumarono poco dopo le 20 della sera del 31 marzo del 2019, a pochi minuti dall’inizio della gara di campionato tra Lecce e Pescara, quando la carovana di circa 150 tifosi pescaresi a bordo di un pullman, minivan e auto private, a poco meno di una ventina di chilometri dall’arrivo nel capoluogo salentino per raggiungere lo stadio, subì una vera e propria aggressione da parte di presunti tifosi giallorossi (tra da 50 a 70 i partecipanti secondo la stima riportata nel corso delle indagini della Digos e delle questure di Lecce e Pescara) travisati e incappucciati, che sbucati dalle siepi ed eludendo i controlli delle pattuglie della polizia, invasero la carreggiata iniziando un fitto lancio di pietre, fumogeni e bombe carta all’indirizzo del convoglio.
Per quell’aggressione poco giorni dopo vennero emessi i primi Daspo da parte della questura e nel contempo la procura ha avvito l’inchiesta pere risalire ai responsabili. I nomi dei primi 17 indagati sono emersi a seguito della notifica della richiesta del pm, Alessandro Prontera, della richiesta di fissazione dell’incidente probatorio per verificare la corrispondenza delle impronte digitali e profili del Dna presenti sul materiale sequestrato con quelli sei soggetti indagati.
A difendersi dall’accusa di danneggiamento a seguito da incendio e lesioni personali aggravate secondo quanto riportato dalla richiesta di incidente probatorio del 5 agosto scorso sono: Francesco Capone, 27 anni, di Lecce; Andrea Cappilli, 26 anni, di Lecce; Riccardo Cotantini, 35 anni, di Martano; Alex Costanzo, 39 anni, di Lecce; Jonathan Danisi, 28 anni, di San Cesario; Fabrizio D'Autilia, 28 anni, di Cursi; Gabriele De Masi, 25 anni, di Lecce; Simone Fina, 27 anni, di Melendugno; Ersilio Gallo, 46 anni, di Melendugno; Diego Greco, 39 anni, di Lecce; Nicolò Greco, 21 anni, di Lecce; Francesco Maciullo, 34 anni, di Lecce; Mirko Quarta, 41 anni, di Lecce; Fabrizio Rizzo, 40 anni, di Lecce; Gianmarco Rizzo, 25 anni, di Lecce; Alessandro Vita, 29 anni, di Racale e Giampaolo Vergallo, 43 anni, di Surbo.
Il collegio difensivo è costituito invece dagli avvocati Benedetto Scippa, Francesco Calabro, Giuseppe Milli, Giuseppe De Luca, Antonio Savoia, Enrico Cimmino, Franco De Jaco, Carlo Viva, Giacinto Epifani, Pietro Ripa, Fabio Vincenti.