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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Carpignano Salentino / Via Roma

Assalto armato con fucile all'ufficio postale, rapinatori inseguiti e bloccati

Un arresto e due fermi. Il direttore della filiale e un cittadino hanno chiamato i carabinieri, appena visti i primi movimenti sospetti. Un malvivente acciuffato sul posto, altri due inseguiti e presi nella zona di Melendugno

 

CARPIGNANO SALENTINO – Il nervosismo e, quel ciondolare ossessivamente avanti e indietro di un paio di giovani mai visti prima, in zona, hanno messo il direttore dell’ufficio postale di via Roma, a Carpignano Salentino, sul chi va là. Tanto più che la sua filiale, già in altre occasioni, era finita sotto il tiro di bande armate di tutto punto e pronte a fare man bassa dei soldi. E’ così che è partita la prima telefonata ai carabinieri. La seconda chiamata è stata quella di un cittadino che abita nelle vicinanze. Dalla sua posizione privilegiata, di ragazzi ne ha visti di più, fino a tre, e al telefono ha aggiunto dettagli: li ha notati mentre scavalcavano il muro di cinta di un’abitazione in costruzione.

Questione di minuti, ed è scattato l’assedio a tenaglia agli individui sospetti, arroccati in quella casa ancora non rifinita, ignari di avere più occhi puntati addosso. Una volta tanto, l’azione criminale è stata anticipata, grazie alla stretta collaborazione con le forze dell’ordine, e con una manovra tanto più rapida, perché i carabinieri avevano due pattuglie in movimento sul territorio, proprio in funzione antirapina. Una già a Carpignano, l’altra a Martano, meno di quattro chilometri più in là. Ed è così, che un probabile assalto è sfumato, e che è stato recuperato anche un fucile a pompa con le canne mozzate. Caricato con quattro colpi.    

Daniele Mario Marra, 25enne, Antonio Rollo, 24enne e Giuseppe Stasi, 23enne, tutti di Ruffano e già noti alle forze dell’ordine, sono stati acciuffati nel giro di pochi minuti dagli uomini coordinati dal maggiore Andrea Azzolini dei carabinieri della compagnia di Maglie, con l’aiuto dei militari della stazione di Melendugno, dipendenti dalla compagnia di Lecce e guidati, a loro volta, dal maggiore Giuseppe Colizzi. I quali, insieme con il fucile, hannoDaniele Mario Marra-2 sequestro anche maniche di maglioni tagliate per ricavarne passamontagna, un coltello multiuso, le già citate cartucce, dei guanti.  

Secondo gli investigatori, il piano era ben studiato. I tre si sarebbero presentati di buon mattino davanti all’ufficio postale in attesa del furgone portavalori, non avendo però fatto i conti con l’abitudine al sospetto coltivata dal dirigente di un ufficio postale. Erano le 7,30, ed il direttore s’era già accorto di quei volti non abituali, in paese, nei pressi dell’abitazione in costruzione. Andavano e venivano, ma non sembravano certo operai. La prima pattuglia ha bloccato Marra, al di fuori della casa. Non ha avuto il tempo di scappare. Né ha saputo giustificare la sua presenza in loco in modo convicente. Cercava un amico di cui non ricordava, però, né nome, né indirizzo. Una scusa inventata sul momento, è apparsa ai carabinieri, e non certo ingegnosa. Ed è stato invitato a salire nella pattuglia.

Gli altri due, però, nel frattempo erano riusciti ad allontanarsi, con una Fiat Punto nera, risultata poi di proprietà di Rollo. Una fuga rapida, ma non tanto da non essere intercettati dalla seconda pattuglia in arrivo, che ha scorto parte della targa, comunicando cifre, lettere e modello di veicolo via radio. La Punto è stata  bloccata, di lì a poco, dai carabinieri di Melendugno, lungo la strada per Borgagne.

Antonio Rollo-2Tutto questo, mentre nel rustico scattava la perquisizione, che ha permesso di trovare il fucile, fra alcune piante di alloro, e altro materiale. Marra, oltretutto, aveva i pantaloni sporchi di un caratteristico rossastro, a causa dell’erba cresciuta nel giardino; macchie analoghe, sono state trovate proprio sulle pareti dell’immobile. Nei pressi dell’ufficio postale, i carabinieri hanno anche scoperto un’auto rubata la notte precedente a Scorrano, una Fiat Punto bordeaux. Secondo la tesi investigativa, i tre aspettavano che dal portavalori le guardie giurate scaricassero ingenti somme di denaro. Ma probabilmente non avevano intenzione di ingaggiare una colluttazione con i vigilanti, quanto, piuttosto, di attendere che le operazioni fossero compiute, per fare irruzione nell’ufficio e arraffare l’ingente bottino. Come avvenuto ad Ortelle, il 1° ottobre dello scorso anno.

I tre, dunque, avrebbero probabilmente usato una tecnica sempre più consolidata: fingere la fuga con la Punto rubata, per fare in realtà il giro dell’isolato, riprendere l’auto “pulita” (cioè, la Punto nera di Rollo) e scomparire dalla scena per sempre.

Marra è finito in arresto, gli altri due sono in stato di fermo. Le imputazioni: tentata rapina in concorso, furto aggravato, possesso di arnesi per lo scasso, detenzione di arma clandestinaGiuseppe Stasi-2I carabinieri, ora, stanno cercando di capire se possano essere gli autori di altre rapine. Il fucile a canne mozze, da questo punto di vista, è un elemento ricomparso di frequente, negli ultimi tempi, e in diversi assalti. Ma, al di là di tutto, di questa storia resta la consapevolezza, che vale come un monito, per futuri criminali: assaltare le poste sta diventando sempre più difficile.

Il comandante provinciale dell’Arma, Maurizio Ferla, infatti, ha posto l’accento sulla convenzione con le Poste italiane, che prevede più ferrei controlli, specie in concomitanza dei giorni segnalati per il pagamento delle pensioni. Quando, cioè, anche il più piccolo degli uffici del più tranquillo dei comuni, si trasforma in un obiettivo sensibile, con l’arrivo di somme destinate alle casse che possono superare i 50mila euro. 

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