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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca San Donato di Lecce

Assalto al blindato a colpi di kalashnikov. Inferno sulla statale 16

All'alba la "trappola" per un portavalori della Sveviapol. Poco oltre la zona commerciale di Cavallino, i malviventi hanno bloccato l'accesso alla superstrada con due mezzi incendiati, poi il tentativo fallito e la fuga

GALUGNANO (San Donato di Lecce) - Prime luci dall’alba di un nuovo giorno, nell’anno appena entrato in corsa sul vecchio. Il blindato della Sveviapol Sud procede dritto, sulla statale 16 Lecce-Maglie, ancora semideserta, avvolta dalla foschia, con il suo carico di contanti. Soldi destinati agli uffici postali. L’inferno, in un attimo, quando il sole inizia ad affacciarsi timido fra gli ultimi scampoli di una notte umida. Due auto tentano l’affiancamento. Bmw, veicoli di grossa cilindrata.

L’assalto dei pirati è studiato in ogni dettaglio. Un commando armato di kalashnikov, spietato, pronto a tutto. Almeno sette od otto individui. E che, prima dell’offensiva, hanno già allestito i baluardi. Un furgone, che risulterà rubato a Francavilla Fontana, è collocato di traverso, poco dopo lo svincolo per Caprarica di Lecce e Cavallino, quasi all’altezza del centro commerciale Leclerc, e dato alle fiamme. Serve per bloccare il traffico e neutralizzare l’arrivo di eventuali auto delle forze di polizia o di rinforzi delle stesse guardie giurate. Un secondo furgone, anche questo provento di un furto avvenuto in provincia di Brindisi, fa la stessa fine, ma nella corsia opposta, nei pressi dello svincolo per Galugnano. Proprio nel mezzo, l’attacco, che si consuma nella corsia che volge in direzione sud, verso Maglie.        

Nel blindato ci sono tre vigilanti dell’istituto privato. E solo la prontezza dell’uomo alla guida sventa il peggio. Dall’auto che si pone davanti, una Bmw X6, bianca, infatti, partono le prime sventagliate di mitra, indirizzate al cofano. Il furgone è costretto a bloccarsi. Uno dei malviventi esce e spara di nuovo. Altri colpi raggiungono la parte sinistra. Una pioggia di fuoco.

La fiancata è perforata, come alcuni pneumatici. La guardia giurata, però, a quel punto reagisce. Persino di fronte all’arrivo di una seconda Bmw, berlina, da dietro. Con estrema lucidità, innesca la retromarcia e procede così, per almeno 300 metri. Speronando l’auto appena sopraggiunta, superando il camion in fiamme, e, infine, invertendo il senso di marcia, con un testacoda e svoltando al primo svincolo. I vigilanti riescono, in questo modo, a fuggire in direzione di Lizzanello, prima che il furgone ceda del tutto per gli effetti delle raffiche d’arma. Nel frattempo, sono già partite le chiamate alle forze dell’ordine e alla centrale operativa dell’istituto di vigilanza.

IMG_0108-3I malviventi, a quel punto, devono demordere. La Bmw X6 viene data alle fiamme. Con l’auto rimasta, procedono dritti verso la seconda uscita per Martignano e, da qui, raggiungono un casolare, dove anche la seconda Bmw viene distrutta appiccando un rogo, onde evitare di lasciare impronte. Quindi, si dileguano a velocità folli verso chissà quale direzione con una terza auto. Probabilmente, ad attenderli c'è qualche complice. 

Sono ormai le 7 del mattino, quando l’intero tratto, teatro del folle assalto, è presidiato da carabinieri e polizia. I camion e la Bmw bruciati fumano ancora, e i vigili del fuoco del comando provinciale di viale Grassi sono al lavoro per spegnere le ultime lingue di fuoco. I carabinieri del reparto investigazioni scientifiche iniziano i rilievi sui mezzi in strada. E recuperano alcuni bossoli dall’asfalto. Il blindato, nel frattempo, viene condotto all’interno del recinto della stazione dei militari di Lizzanello.

Auto e camion in fiamme, i rilievi degli investigatori

Indagini a tutto campo. A caccia del commando e dei basisti

Le indagini sono coordinate dai carabinieri del nucleo investigativo di Lecce, comandanti dal capitano Biagio Marro, e dagli agenti di polizia della squadra mobile, diretti dal vicequestore aggiunto Rocco Carrozzo. Gli inquirenti, già questa mattina, hanno convocato i tre vigilanti coinvolti nel feroce assalto, per ascoltare la loro testimonianza. Le indagini, a caccia anche di eventuali basisti, oltre che dello stesso commando, partiranno dalle analisi di quel che resta delle due Bmw, sulle quali sono in corso approfonditi accertamenti.

Di certo, il colpo, per un cifra ufficialmente sconosciuta (secondo voci, vicina al milione di euro, ma per ovvie ragioni di sicurezza, si tratta di un dettaglio ignoto alle stesse guardie giurate), è saltato grazie soprattutto ai nervi saldi e alla preparazione dell'autista e dei suoi colleghi, come sottolineato dagli stessi investigatori.

Ma sprovveduto non era neanche il commando. I criminali si sono spinti fino al limite dell'azione, senza superare l'invisibile linea di confine che avrebbe rischiato di trascinarli in un conflitto a fuoco dagli esiti potenzialmente mortali. L'inseguimento del blindato è stato appena abbozzato. In realtà, si sono defilati quasi subito, bruciando la prima auto in strada e poi la seconda nel casolare, ben consapevoli che il piano antirapina congiunto di carabinieri e polizia era quasi sicuramente già partito e che nel giro di pochi minuti la statale sarebbe stata assediata.   

Per lo storico istituto di vigilanza e trasporto di valori che ha sede nel capoluogo salentino, si tratta del secondo assalto in pochi mesi. All'alba del 1° giugno scorso, infatti, furono ben due i furgoni finiti nel mirino di un commando di malviventi. In quel caso, le guardie giurate si stavano dirigendo verso Taranto, lungo statale 7. L'assalto, fallito anche in quell'occasione, avvenne nel tratto fra Latiano e Oria, in provincia di Brindisi.  

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