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Cronaca

Assolto il sindacalista “scomodo”. Cade l’accusa di diffamazione nei confronti di Miccolis

De Pascalis, esponente della Cgil che aveva chiesto di chiarire la condotta dell'ex direttore d'ateneo, è stato assolto con formula piena. "Non ho diffamato nessuno, volevo accertare la verità". Il sindacalista punta il dito contro il rettore Laforgia

LECCE – L’ex direttore generale dell’ateneo, Emilio Miccolis, sporge querela contro il sindacalista Manfredi De Pascalis. Ma è un buco nell’acqua. Il referente della Flc Cgil, noto alle cronache per registrato una conversazione “scottante” in cui l’ex dirigente cercava di blandire la posizione ferma del sindacalista, e dal quale è partito una filone d’indagine interno all’università del Salento, è stato infatti assolto. Con formula piena, perché il fatto non sussiste.

La guerra di carte bollate, non ancora conclusa, si arricchisce quindi di un nuovo capitolo che testimonia gli animi accesi e gli attriti serpeggianti tra i corridoi dell’ateneo. Ma più che una resa di conti personale, la sentenza per l’interessato è l’ennesima prova di “affermazione di una verità”. “Altro che diffamazione - afferma con soddisfazione De Pascalis -, io ho solo cercato di svolgere, con senso di responsabilità, il mio ruolo di consigliere d’amministrazione all’interno della medesima università”.

I fatti contestati riguardavano le affermazioni fatte dal sindacalista nel corso della seduta del consiglio d’amministrazione dell’ateneo del 29 dicembre 2009. De Pascalis, in quella circostanza, aveva chiesto che
venissero accertati i fatti relativi all'incarico svolto dal Miccolis quale direttore amministrativo dell'università di Siena.

“All’epoca della nomina di Miccolis, segnalai alcuni episodi che lo riguardavano, relativi ad un presunto uso improprio dei rimborsi universitari, l’utilizzo di un’autovettura e della foresteria. Fatti relativi ad una gestione poco chiara di alcune spese – spiega De Pascalis -. Ho chiesto quindi di operare un accertamento su quegli episodi, ma le accuse si sono rivelate fondate, considerato che la Corte dei Conti ha successivamente chiesto all’ex direttore di rimborsare i soldi spesi in quel modo”.

In quella circostanza, aggiunge il sindacalista, lo stesso rettore Domenico Laforgia l’avrebbe messo sull’avviso del rischio che correva. Ovvero di incappare in una querela. “Laforgia ha proceduto spedito come un treno, incurante delle mie dichiarazioni e la sentenza odierna dimostra le sue responsabilità – spiega il sindacalista –. Il rettore, evidentemente, voleva assolutamente scegliere Miccolis come direttore generale”.

Il sindacalista non risparmia una frecciata al rettore uscente: “A questo punto vorrei capire il perché sulla nomina di Miccolis (sul quale sono piombate poi le richieste di dimissioni, ndr) si sia tirato dritto, senza prestare ascolto alle mie richieste che si sono rivelate tutt’altro che infondate”.

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