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Cronaca

Non fu omicidio colposo. Il cameraman morì per una tragica fatalità

Nel settembre del 2010 un 29enne di Brindisi morì per le conseguenze di un incidente stradale, avvenuto sulla statale 613 all'altezza di Trepuzzi. L'auto sulla viaggiava assieme alla compagna fu travolta da una vettura dopo l'impatto sul guard-rail

LECCE – Fu una tragica fatalità, l’incidente in cui perse la vita, la notte del 23 settembre del 2010, Marco Semeraro, il 29enne cameraman di Brindisi. E’ quanto stabilito dal giudice monocratico Tribunale di Lecce Stefano Sernia, che ha assolto con formula piena Federico Conti, originario della provincia di Pesaro, dall’accusa di omicidio colposo.  Accolta dunque la tesi difensiva del legale dell’imputato, l’avvocato Ubaldo Macrì. L’accusa aveva chiesto una condanna a 1 anno e quattro mesi di reclusione.

A causare l’incidente stradale avvenuto sulla superstrada che collega Brindisi a Lecce, all’altezza di Trepuzzi, vi sarebbe stato un colpo di sonno del conducente. Una volta schiantatosi sul guard-rail, l’auto della vittima, una Peugeot 206, fu travolta da un’altra auto, una Lancia Lybra, a bordo della quale c'era un'altra coppia, che non riuscì a evitare l'urto. Sul posto intervennero gli agenti della polstrada di Lecce e le ambulanze del 118. Il cameraman e la sua fidanzata furono condotti d'urgenza in ospedale. Per Semeraro, però, non ci fu nulla da fare, e morì nel reparto di rianimazione intorno alle 5 del mattino.

L’esame autoptico stabilì che a causare la morte fu il gravissimo trauma toracico riportato nell’incidente. L’autopsia confermò, così come già emerso dalle radiografie, che la giovane vittima aveva ingerito alcuni ovuli. Dall’addome ne furono estratti ben cinquantuno, contenenti presumibilmente hashish. Un numero superiore a quello emerso in un primo momento dalle lastre. Il peso complessivo della sostanza contenuta negli stessi era di circa 300 grammi.

L’altra ragazza coinvolta nell’incidente, Simona Pisani, compagna di Semeraro, fu ricoverata nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. Anche la 29enne brindisina aveva ingerito degli ovuli contenti della droga. I due giovani stavano rientrando a casa da una vacanza in Marocco.

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