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Cronaca

Fuggivano per necessità, non erano al sicuro: assolti due curdi

Termina con una assoluzione la vicenda di due cittadini turchi di etnia curda, un docente universitario e un giovane renitente alla leva

LECCE – Si è conclusa con una assoluzione per stato di necessità la vicenda di due cittadini turchi di etnia curda che ora potranno riannodare i fili della loro vita in un paese diverso da quello dal quale sono stati costretti a fuggire.

Arrivati in Italia dopo una tappa in Grecia nella quale si erano procurati documenti di identità falsi, furono arrestati in agosto nella stazione ferroviaria di Lecce dove si accingevano a raggiungere rispettivamente la Germania e la Svizzera. Docente universitario, attivista per i diritti umani e con un trascorso da sindacalista il primo, un 52enne; renitente alla leva il secondo, un 27enne.

Il primo ha dimostrato che stava cercando di ricongiungersi con la moglie, già beneficiaria di asilo in Germania: in Turchia era stata arrestata appena dopo aver avuto il terzo figlio e il marito l’aveva già raggiunta nel paese europeo già una prima volta. Ma, rientrato in patria, era stato licenziato insieme ad altri colleghi e gli era stato sequestrato il passaporto. 

Il più giovane viveva in una cittadina curda assediata dalle forze di polizia turche che volevano costringerlo al servizio militare. Ipotesi che il 27enne aveva ovviamente rifiutato, nonostante non sia prevista in Turchia l’obiezione di coscienza, per non dover rivolgere le armi contro la sua stessa gente, preferendo quindi la fuga.

Per accelerare il procedimento penale instaurato presso il Tribunale di Lecce e nelle more dell’accoglimento della richiesta di protezione internazionale intanto avanzata, i loro legali (Francesco Calabro e Mauro Spedicati) si sono detti disponibili al patteggiamento: secondo le richieste del pm non ne sarebbero comunque usciti con meno di due anni per il reato di possesso di documenti falsi. In sede di dibattimento i due imputati hanno però raccontato la loro storia al giudice per l’udienza preliminare, Alcide Maritati, con il supporto di documentazione intanto reperita. Gli avvocati hanno a quel punto chiesto di valutare la condizione esimente dello stato di necessità e la loro sollecitazione è stata accolta.

Un altro aspetto di questa vicenda merita di essere raccontato: dopo aver passato qualche giorno in carcere i due sono stati ristretti ai domiciliari, ma perché questo fosse possibile è stata provvidenziale l’ospitalità offerta da un cittadino di Martano, un professore, che li ha accolti per diversi mesi. Oggi il docente ha già lasciato Lecce: a Milano ritroverà la moglie in attesa di poter andare anche lui in Germania. L’altro “fuggitivo” invece raggiungerà appena possibile la Svizzera. 

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