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Cronaca

Soprusi su altri detenuti: per il giudice accuse infondate

Il gruppetto era accusato di aver intimidito e schiaffeggiato alcuni detenuti per farsi consegnare cibo e sigarette

LECCE - Erano finiti al banco degli imputati per aver costretto alcuni detenuti a consegnare stecche di sigarette, prodotti alimentari e uno stereo. Guai a chi non si fosse piegato alle richieste del gruppo che comandava nel carcere di “Borgo San Nicola”: sarebbe stato schiaffeggiato nel cortile oppure minacciato con le lamette. Questo raccontava l'inchiesta aperta tredici anni fa.

Ma l'accusa, che era di estorsione aggravata, si è rivelata infondata. Lo ha stabilito il processo terminato questa mattina con l'assoluzione “perché il fatto non sussiste” di tutti e sette i presunti responsabili: Claudio Palmisano, 42 anni, di Fasano, Fabio Perrone, 49, di Lecce, Michele Angelo Grande, 47, di Martano, Donato Petraroli, 46, di Ostuni, Luigi De Matteis, 37, detto “Musci” di Taviano, (che sta ancora scontando la condanna definitiva a 28 anni di carcere per l'omicidio di due giovani di Taviano, Roberto Cortese e Salvatore Musarò, avvenuto nel 2002), Vincenzo Palumbo, 42, di Grumo Appula (a Bari), Angelo Agnello, 49, di Mesagne (a Brindisi).

La sentenza è stata emessa in mattinata dal collegio della prima sezione penale del Tribunale di Lecce (presieduto dal giudice Pasquale Sansonetti), al quale lo stesso pubblico ministero Maria Vallefuoco aveva chiesto l'assoluzione.

Gli imputati erano difesi difesi dagli avvocati Carlo Caracuta, Alessandro Dell'Aquila, Maria Cristina Brindisino, Lorenzo Rizzello, Biagio Palamà, Andrea Casamassima, Antonio Poci.

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