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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Tricase

Allontanato dalla casa familiare dopo la violenta lite con la madre: assolto 26enne

Lo ha stabilito il giudice, in giornata, nei confronti di un ragazzo di Tricase. L’episodio risale al 9 ottobre dello scorso anno

TRICASE –  Assolto il figlio accusato di maltrattamenti nei confronti della madre e per il quale era scattata la misura dell’allontanamento dalla casa familiare. Questa la decisione del giudice del Tribunale di Lecce, Michele Toriello, nei confronti di un 26enne di Tricase:  per il giovane era stato disposto il provvedimento a seguito di un episodio avvenuto il 9 ottobre scorso. Nella tarda serata di quel giorno, dopo l'ennesimo litigio, la malcapitata si era rivolta al 118 e alla centrale operativa del 112 per chiedere aiuto. Una accesa lite, al rientro a casa del figlio, era terminata con insulti e minacce. Il giovane, a dire della donna, le aveva anche tirato i capelli. In evidente stato di alterazione psicofisica, il 26enne era finito  presso l'ospedale di Scorrano per degli accertamenti clinici, dopo essere stato calmato dai militari di Spongano.

L’allontanamento era stato poi eseguito a fine gennaio di quest'anno, ma la sentenza emessa in giornata ha revocato la misura cautelare e ha stabilito l’assoluzione del ragazzo a fronte di una pena di un anno e 4 mesi richiesti dal pubblico ministero Paola Guglielmi. Il 26enne era stato accusato inizialmente di maltrattamenti e lesioni per dei ripetuti litigi avvenuti con la madre. L’avvocato del giovane imputato, Tony Indino del Foro di Lecce, aveva chiesto l’abbreviato condizionato all’esame della madre, persona offesa. La donna è stata ascoltata e interrogata.

Ma quegli episodi, è stato poi ricostruito, si sarebbero verificati sempre nelle stesse circostanze:  in orario notturno, quando il ragazzo era solito rincasare tardi e doo aver fatto consumo di alcol. Un problema che il giovane ha poi cominciato a affrontare dal punto di vista sanitario. Ascoltata la parte offesa, la “gravità” dei maltrattamenti è stata dunque ridimensionata. La condotta del giovane sarebbe stata dunque sporadica e non legata all'intenzione di vessare la genitrice, ma alla occasionale assunzione di alcol e ad uno stato di incoscienza.  Nessun intento, per il giudice, di ferire neppure psicologicamente la propria madre. Quest’ultima, del resto, si è resa disponibile a una convivenza col figlio che a suo  dire, negli ultimi mesi, avrebbe modificato il proprio atteggiamento affidandosi a esperti per un percorso personale.

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