rotate-mobile
Cronaca

Ateneo, assemblea movimentata. Ma è solo l'inizio

Gli animi si sono velocemente scaldati all'ingresso di un gruppo di ragazzi non concorde con le modalità di svolgimento della protesta. Disaccordo riguardo l'opportunità della mancata occupazione

LECCE - Alle 11.45 i manifestanti del corteo di protesta contro il ddl Gelmini sono confluiti presso l'aula magna "Aldo Moro" del Palazzo Codacci-Pisanelli. Oltre agli studenti, un esiguo numero di ricercatori e docenti rappresentati dall'associazione "Rete29Aprile", che ha aderito alla manifestazione ma che non risulta tra gli organizzatori.

All'ingresso degli studenti in aula sono proseguiti i canti, i cori e fischi di protesta che già si erano uditi nel corso del corteo. Gli animi si sono velocemente scaldati all'ingresso di un gruppo di ragazzi non concorde con le modalità di svolgimento della protesta. Poco prima infatti, si erano registrati disordini di fronte al Liceo Classico "Giuseppe Palmieri" di viale dell'Università, dove i manifestanti si sono vivacemente rivoltati contro i ragazzi che hanno deciso di entrare a scuola nonostante la mobilitazione; un gruppo ha cercato, invano, di occupare la scuola.

Poco prima, il preside Umberto Mazzotta aveva escluso la possibilità del non regolare svolgimento delle attività didattiche, fiducioso dell'inibizione che il voto in condotta suscita negli studenti a prendere iniziativa in tal senso. Pur non appoggiando la manifestazione, anche il preside del liceo classico lamenta i tagli che in questi anni l'istruzione hanno subito, costringendo alla soppressione di numerosi corsi sperimentali e riducendo drasticamente le ore di lezione.

In aula magna il disaccordo riguardo l'opportunità della mancata occupazione è giunto al limite della rissa, tanto che molti hanno deciso di abbandonare l'assemblea, divenuta difficilmente gestibile.

I primi a prendere la parola sono stati i professori delle scuole medie superiori che hanno deciso unirsi al movimento degli studenti organizzandosi nel "Comitato docenti salentini scuole in lutto": manifesto funebre appeso al collo, i professori hanno in primo luogo sottolineato come una più massiccia presenza del corpo docente non sia stata possibile a causa della forte detrazione sullo stipendio che ciò avrebbe comportato.

In ogni caso non solo professori, ma anche personale tecnico-amministrativo e Ata, ha deciso di scioperare per la prima ora di lezione. Loro prima preoccupazione è una "didattica di qualità", impossibile con classi sovraffollate e mancanza di fondi per pagare i supplenti, e la minaccia di privatizzazione della scuola sempre più incombente. Propongono inoltre "un boicottaggio delle visite guidate e di istruzione, al fine di sensibilizzare il mondo esterno alla scuola al problema, cominciando dai genitori degli alunni".

Si è proseguito con la rilettura del discorso di Piero Calamandrei (già udito nel corso del corteo), pronunciato a Roma nel 1950 intitolato "Facciamo l'ipotesti", in cui viene messo in evidenza come l'avvantaggiare le scuole private rispetto quelle pubbliche risponda ad una logica di smantellamento della coscienza critica da parte di chi governa.

In seguito, mentre l'aula si andava velocemente svuotando (molti studenti avevano necessità di recarsi alle fermate dei pullman per tornare a casa), hanno preso parola i rappresentanti degli studenti delle varie scuole superiori che hanno aderito alla manifestazione, unanimi nell'evidenziare l'ingresso di una logica di mercato all'interno della gestione scolastica.

Frequenti anche i riferimenti alle condizioni pessime dell'edilizia scolastica e alla diminuzione delle ore di laboratorio presso gli Istituti tecnici e professionali, come l'Istituto Tecnico Statale "Grazia Deledda" di Lecce.

All'assemblea, come in corteo, era anche presente una rappresentanza della Cgil di Lecce: la segretaria cittadina Antonella Cazzato si è soffermata sui diritti negati agli studenti disabili, che vedono diminuiti gli insegnanti di sostegno, e ha sensibilizzato l'assemblea ad un allargamento delle tematiche di protesta anche nei confronti del mondo del lavoro. Il riferimento è alla protesta dei lavoratori della Fiom che mercoledì 13 Ottobre si incontreranno in un dibattito in Piazza Sant'Oronzo.

Per i ricercatori ha preso la parola il professore Marsella, coordinatore dei ricercatori di "Rete29Aprile", che ha tenuto a precisare come le iniziative dei ricercatori non siano rivolte a ledere gli studenti, ma che anzi si auspica un movimento comune del mondo della conoscenza al fine di elaborare proposte alternative alla riforma che tutelino il diritto allo studio. La classe politica "è incapace di recepire i messaggi che vengono dalla protesta, per questo bisogna agire uniti".

Non finisce qui. Già da martedì prossimo gli studenti universitari hanno deciso di continuare a riunirsi in ateneo al fine discutere e organizzarsi per ulteriori mobilitazioni, invitando i ragazzi delle scuole superiori a inviare suggerimenti e proposte da elaborare in questi giorni.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ateneo, assemblea movimentata. Ma è solo l'inizio

LeccePrima è in caricamento