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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Ateneo sottosopra. Miccolis diffida l’Università, sindacati all’attacco sui concorsi

Perquisizioni nell’ufficio dell’ex direttore che invia una raccomandata legale per ottenere il reintegro. Sindacati contro l’amministrazione: “Il bando per i due posti Ep nell’area amministrativa doveva essere annullato prima”

 

LECCE - I colpi di scena nell’ateneo salentino sono, ormai, quotidiani. Di ieri la perquisizione negli uffici dell’ex direttore generale Emilio Miccolis che ha dovuto lasciare l’incarico su richiesta del rettore Domenico Laforgia a fine ottobre. Il peso dello scandalo mediatico delle registrazioni depositate in Procura dai due sindacalisti Uil e Cgil,Tiziano Margiotta e Manfredi De Pascalis, continua a farsi sentire, insieme all’inevitabile seguito giudiziario. I poliziotti, accompagnati dal direttore reggente, Claudia De Giorgi, puntavano non solo ai cassetti della scrivania, ma anche alla cassaforte che dovrebbe contenere presunti segreti dell’ateneo: questo, almeno, aveva riferito Miccolis a Margiotta in uno stralcio del nastro registrato.

Ma l’ex direttore torna alla carica. Non ci pensa nemmeno alla possibilità di perdere la poltrona, nonostante la netta chiusura da parte del rettore che aveva assicurato: “Indietro non si torna”. Il bando per l’affidamento dell’incarico a suo successore è già stato pubblicato. Ma lui, Miccolis, dopo essersi difeso sostenendo di essere estraneo ad atti di una qualunque rilevanza penale e di esser finito al centro di una vera bufera mediatica, ora chiede il reintegro immediato (tempo 8 giorni dal ricevimento della raccomandata inviata dall’avvocato Luciano Garofalo all’amministrazione dell’università), o si tornerà in sede giudiziaria per ottenere il risarcimento danni. Il suo contratto, in scadenza nel giugno 2016, è ancora in vigore.

E soprattutto, come precisa il suo legale, le dimissioni non corrispondevano alla reale volontà di Miccolis. “In ogni caso la suddetta volontà di revoca è stata comunicata prima che si fosse perfezionato l’iter amministrativo di accettazione delle dimissioni”. Per questi motivi, l’ex direttore diffida l’università dall’adottare alcun provvedimento che possa ostacolare il suo reintegro. La risposta del rettore, vista l’urgenza, non dovrebbe farsi attendere e certamente non potrà essere rimandata a metà dicembre, quando il consiglio di amministrazione tornerà a riunirsi per discutere il “caso Miccolis” alla luce del parere legale richiesto.

Intanto tornano alla carica anche i sindacati che hanno dichiarato guerra all’ateneo (Flc Cgil, Cisl, Uil/Rua e Snals) a proposito del bando di concorso per il reclutamento di 2 unità di personale di categoria “Ep” dell’area ammistrativo – gestionale. Bando annullato dalla stessa amministrazione il 17 novembre,  con un decreto direttoriale che i sindacati bollano come “tardivo, contraddittorio, confusionario e scarsamente motivato”.

Tardivo perché non si capiscono i motivi per cui non sia stato emanato all'indomani dei rilievi sollevati dal responsabile del procedimento amministrativo.  – spiega una nota sindacale - Già da quella data erano palesi ed evidenti i vizi formali che inficiavano la legittimità”.

“Già in tale data  era stata anche segnalata l'illegittimità di bandire un concorso per ricoprire posti che non risultavano vacanti, bensì coperti da personale già in servizio. – prosegue la nota – Il decreto è contraddittorio perché  rileva una indeterminatezza dei requisiti di ammissione dimenticando che quelli previsti dal bando di concorso sono esattamente quelli stabiliti dal regolamento per l'accesso all'impiego a tempo indeterminato, approvato nel lontano 2001”.

Così come “contraddittoria” appare ai sindacati la considerazione che compare nel provvedimento secondo cui “sarebbe stata necessaria un'attività di conformazione del regolamento alle norme di legge susseguitesi successivamente alla sua emanazione”. Tale esigenza, incalzano loro, “era stata segnalata già anzitempo e non si capiscono le ragioni per cui i vertici amministrativi ne prendano contezza solo ora”.

Cgil, Cisl, Uil e Snals si chiedono il perché, all'epoca dei fatti, “l'attuale direttore generale reggente non abbia sollevato alcuna obiezione”.

Il provvedimento di annullamento del bando risulterebbe anche “confusionario perché male interpretando la riforma Brunetta, si ravvisano infondate violazioni dei principi di uguaglianza e buon andamento della pubblica amministrazione laddove, invece, si va a riconoscere un diritto acquisito per il personale interno”.

E' scarsamente motivato, sempre a detta dei sindacati, perché ignora alcune ragioni fondamentali per l’annullamneto: “Un gravissimo vizio formale è quello di aver previsto la riserva di un posto a favore dei militari di truppa delle forze armate, volontari in ferma prefissata o breve, nel bando per 2 posti di Ep dell'area tecnica, tecnico scientifica ed elaborazione dati,  mentre la riserva doveva essere prevista nel bando dei 2 Ep per l'area amministrativo-gestionale: cioè quello ora annullato”.

“Ciò potrebbe apparire anche un modo per favorire il personale di una determinata area professionale a scapito di un'altra”, spiegano i sindacalisti che denunciano l’introduzione di  un “pericoloso vulnus alla trasparenza delle procedure concorsuali”.

“Nel bando annullato, peraltro, non compare quale requisito di ammissione il possesso del dottorato di ricerca, a differenza di quanto previsto dal regolamento per gli accessi. Così come, invece, compaiono alcuni titoli non previsti dal regolamento d'ateneo”.

Un ulteriore motivo per annullare il bando, secondo loro, era il programma delle materie concorsuali inidonee a valutare le capacità professionali e culturali di candidati. Ai sindacati risultano ancora più incomprensibili le ragioni per cui “non sia stato annullato anche il bando di concorso per i 2 posti di Ep dell'area tecnico scientifica ed elaborazione dati, che conteneva gli stessi vizi formali”.

I due bandi sarebbero uno la fotocopia dell’altro. Per questo i sindacati chiedono di evitare “l'ennesima figuraccia a danno della comunità accademica, che produrrà la probabile condanna alle spese dell'ateneo”.

“Non v'è dubbio che l'amministrazione possa procedere all'annullamento, in qualunque momento, di un bando di concorso in autotutela. – concludono - E un direttore generale (l’avvocato Claudia De Giorgi, ndr) questo dovrebbe saperlo bene, soprattutto se fino all'altro ieri era la guida dell'ormai disciolta avvocatura d'ateneo”.

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