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Cronaca

Palazzo dei Celestini liberato dalle auto, ma è merito delle schede elettorali

Le operazioni di consegna dei plichi presso la prefettura hanno fatto sì che l'atrio, quotidianamente adibito a parcheggio interno, recuperasse per qualche ora la sua godibilità per turisti e passanti. Piazza Sant'Oronzo ancora occupata dalle pagode

LECCE – Palazzo dei Celestini questa mattina si è presentato in modo diverso, insolito. Grazie alle operazioni di consegna delle schede elettorali, infatti, l’atrio dell’edificio che ospita la Provincia di Lecce e la Prefettura è stato liberato, almeno per qualche ora, dalle auto che quotidianamente lo assediano: più esattamente, è stato impedito che i veicoli entrassero e i pilomat, cioè i dissuasori che sbucano dal terreno, hanno finalmente fatto il lodo dovere. Un malcostume istituzionalizzato, addirittura arrogante perché praticato in spregio alla stessa segnaletica esistente, come più volte documentato.

Via le schede elettorali dunque: almeno le elezioni servono a qualcosa, potrebbe dire anche il più incallito astensionista. Ed in effetti l’impatto visivo è bel altro ed è finalmente degno di una sede istituzionale. Non si dimentichi, tra l’altro, che l’attraversamento dell’atrio è fatto consueto per chi vuole passare da via XXV luglio a via Umberto I senza fare il giro: sono tanti, ogni giorno, anche i turisti che passeggiano nel cortile dal quale c’è un accesso alla basilica di Santa Croce.

turisti_pagode-2Per uno spazio che si libera, un altro, poco distante, che continua a essere saturato. Le pagode bianche continuano a occupare piazza Sant’Oronzo. Una sorta di accampamento militare permanente di cui si discute da tempo, come del resto avviene, più in generale, per la chiusura del centro storico alle auto. Ce ne sono troppe, perché i permessi sono stati concessi a maglia larga. E da quando qualcuno se ne è accorto, un anno addietro, non è che ci sia dati chissà quanto da fare per normalizzare la situazione. Un regolamento comunale è stato preparato, ma deve essere ancora discusso e successivamente votato in consiglio comunale.

Nei mesi in cui la città si gioca la partita della candidatura a capitale europea della cultura si potrebbe sperare in qualcosa di più. 

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