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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Attentato a "Sogni", tre a giudizio. Escluso il disastro doloso

Si aprirà il prossimo 27 novembre, dinanzi al giudice monocratico della prima sezione penale, il processo nell'ambito dell'inchiesta sull'attentato che la scorsa estate, la notte dell'uno agosto, distrusse il negozio «Sogni»

 

LECCE – Si aprirà il prossimo 27 novembre, dinanzi al giudice monocratico della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, il processo ai tre imputati nell’ambito dell’inchiesta sull'attentato che la scorsa estate, nella notte tra l'uno e il due agosto, distrusse il negozio «Sogni», in pieno centro a Lecce, danneggiando lo stabile e alcuni esercizi commerciali adiacenti. In quella terribile esplosione, che squarciò il silenzio della placida notte del capoluogo salentino, morì Michele De Matteis, 32enne leccese, l'uomo che secondo l'accusa era stato ingaggiato per compiere l'attentato ma che nello scoppio perse la vita. Il rinvio a giudizio è stato disposto in mattinata dal gup Giovanni Gallo al termine dell’udienza preliminare. Sul banco degli imputati saliranno i coniugi (separati) Gianpiero Schipa, 46enne di Lecce (già proprietario dell'esercizio commerciale) e Maria Speranza Bianco, 37enne di Surbo, e il tarantino Gennaro De Angelis, 60enne, di Taranto, titolare del negozio, ma considerato dagli inquirenti un prestanome.

I tre, secondo l'ipotesi accusatoria (del fascicolo è titolare il sostituto procuratore Guglielmo Cataldi), avrebbero agito per intascare il premio assicurativo. Soldi con cui De Angelis, come ha spiegato il procuratore Cataldo Motta, avrebbe dovuto saldare il debito contratto proprio con Schipa. La vicenda, però, avrebbe avuto un epilogo tanto inaspettato quanto tragico. L'accusa nei loro confronti è di frode assicurativa, incendio doloso e morte come conseguenza di altro delitto. Prosciolti, invece, dall’ipotesi di disastro doloso. Si sono costituiti come parte civile una decine di proprietari coinvolti nell'espolsione e la comapgnia assicurativa, che ha chiesto un risarcimento di circa un milione di euro.

La morte del 32enne fu una tragica fatalità. La situazione sfuggì di mano al giovane, infilatosi in un'intercapedine, nello scantinato sottostante al locale. Il liquido infiammabile evaporò e si generò una miscela esplosiva e letale. Lui morì carbonizzato, e la deflagrazione fu tale che crollarono muri di separazione di diversi immobili nel condominio vicino, rimasero danneggiati due esercizi commerciali attigui e subirono conseguenze anche alcune auto posteggiate nei pressi del negozio.

I tre furono arrestati l'8 marzo, dopo un'indagine partita proprio dalla morte di De Matteis e durata sette mesi, con un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Nicola Lariccia e dopo la ricostruzione minuziosa di diversi passaggi chiave nell'amministrazione della società che gestisce il negoziol, fino alla cessione del capitale sociale a Gennaro De Angelis e la successiva stipula della polizza assicurativa. Le indagini si soffermarono anche sui rapporti interpersonali, scoprendo, grazie a vari testimoni, l'esistenza di un rapporto di lavoro che sconfinava nell'amicizia fra il defunto De Matteis e i coniugi Schipa. Aspetto significativo, perché, sarebbe arrivato da qualcuno di loro l'input a mettere a segno l'attentato. Ora gli indagati hanno venti giorni per presentare le loro memorie difensive. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giancarlo Dei Lazzaretti, Giuseppe Gianzi, Antonio Cerfeda, Cosimo Rampino e Amilcare Tana.

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