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Cronaca Campi Salentina

Atti di bullismo nei riguardi di un 13enne disabile, rischia il processo

A giugno l'udienza preliminare per uno dei tre ragazzi che agiì dietro la chiesa di “Santa Maria delle Grazie” a Campi Salentina

LECCE - C'era anche lui nel gruppo di ragazzi che nel novembre del 2014 fece vicere un'ora di terrore a un tredicenne affetto da deficit psichici in un vicolo alle spalle della chiesa di “Santa Maria delle Grazie”, a Campi Salentina: il ragazzino fu legato a un cancello con una catena da bicicletta, deriso, lasciato in mutande, schiaffeggiato e costretto a fumare uno spinello. Nei giorni scorsi, il pubblico ministero presso la Procura per i minorenni Imerio Tramis ha chiesto il processo per A.G., queste le iniziali del nome dell'imputato, 17enne all'epoca dei fatti. A decidere le sue sorti sarà il gup (giudice per l'udienza preliminare) Aristodemo Ingusci, il prossimo 21 giugno.

Durante le indagini, il ragazzo, alla presenza del suo difensore (l'avvocato Michele Palazzo), ammise le sue responsabilità davanti al magistrato. Disse di aver partecipato a quello che credeva fosse un gioco, della cui gravità, però, si rese conto subito dopo.

Il pm gli contesta anche il reato di rapina (perché alla vittima fu sottratto il cellulare) oltre alle accuse - sequestro di persona aggravato (perché commesso nei riguardi di un minore e di persona affetta da handicap), violenza privata e stalking – che lo scorso a dicembre costarono l'arresto (ai domiciliari) dei suoi compaesani più grandi, i ventenni Riccardo Cassone ed Edoardo Tauro, sui quali ha indagato la Procura ordinaria.

Anche questi ammissero le loro responsabilità (sebbene Tauro precisò di essere arrivato a “giochi” già iniziati), durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Carlo Cazzella e adesso proveranno a chiudere il loro conto con la giustizia con un patteggiamento a due anni di reclusione (col beneficio della pena sospesa). La richiesta (alla quale il pm Angela Rotondano ha dato parere favorevole) sarà valutata il 12 maggio dal gip Michele Toriello e segue quella a due anni e mezzo (sempre col beneficio della pena sospesa) respinta, a dicembre, dal giudice Vincenzo Brancato perché non adeguata ai reati contestati.

Ma i legali dei ragazzi (gli avvocati Massimo Bellini e Giovanni Gabellone) hanno rilanciato, chiedendo persino una pena inferiore, alla luce del fatto che in caso di sequestro di persona, quando la vittima ha meno di 14 anni, la pena può essere diminuita sino alla metà se il responsabile si adopera per farle riacquistare la libertà.

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