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Cronaca

Protesta diviene solidarietà: anche gli agenti salentini si autotassano contro le aggressioni

Una iniziativa nazionale, d’accordo con le organizzazioni sindacali, lanciata dal personale della polizia penitenziaria. Parte della retribuzione sarò destinata ai colleghi che hanno subito violenze dai detenuti

LECCE  – Anche gli agenti leccesi si autotassano contro le aggressioni subite dai colleghi nelle carceri. Il personale della polizia penitenziaria infatti, attraverso accordi sindacali, sta destinando parte della retribuzione ai colleghi vittime di episodi di violenza da parte dei detenuti.

“In questi giorni, in ogni sede carceraria si stanno sottoscrivendo accordi per destinare una parte della retribuzione a remunerare l’impiego in servizi che comportino particolari responsabilità, disagio e rischio. In molte realtà si sta decidendo di devolvere una quota delle risorse stanziate in favore degli appartenenti alla Polizia penitenziaria che hanno subito aggressioni ad opera dei detenuti, le quali oltre al nocumento fisico, psichico e morale, spesso implicano pure ripercussioni economiche connesse alle cure, alla necessità di protesi e a danni materiali” – spiega Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.

 “A fronte di uno Stato del tutto inerme e inerte su questi temi, la polizia penitenziaria si rimbocca le maniche e protesta nel modo che sa fare meglio: mettendo in campo la solidarietà. Ma è evidente che non è né può essere questa la soluzione a un problema devastante e rispetto al quale il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha secretato i dati per non certificare la vulnerabilità del sistema, peraltro sotto gli occhi di chiunque. Vanno rivisti il modello detentivo e l’organizzazione complessiva, va risolta la questione connessa ai detenuti affetti da patologie mentali, è indifferibile l’adeguamento degli organici del Corpo, mancanti di 18mila unità, è necessario implementare le tecnologie e gli equipaggiamenti. Allo stesso modo dev’essere introdotta un’aggravante al reato di lesioni personali, quando recate alle donne e agli uomini della Polizia penitenziaria nell’esercizio delle loro funzioni” – conclude De Fazio.

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