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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Sorpresa nelle marine di Melendugno: avvistata per due volte una foca monaca

La delegazione di spiaggia di San Foca ella guardia costiera ha raccolto diverse segnalazioni di operatori turistici e bagnanti: il primo episodio, sottocosta, a Roca Vecchia; il secondo, al largo, a Torre dell'Orso. La specie è a rischio estinzione

TORRE DELL’ORSO (Melendugno) – Due avvistamenti di almeno un esemplare di foca monaca riaccendono le speranza di ambientalisti e amanti della natura. Dopo decenni, sulle coste del basso Adriatico e precisamente nello specchio d'acque davanti alle coste delle marine di Melendugno, potrebbe essersi riaffacciato il mammifero a rischio di estinzione. E per una volta non si parla di gasdotto, sebbene questa notizia, se riscontrata, deve essere messa necessariamente in relazione con il progetto proposto da Tap. 

Il condizionale è comunque d’obbligo: al momento esiste una segnalazione formalizzata presso la delegazione di spiaggia di San Foca della guardia costiera che ha inoltrato quanto registrato alle istituzioni preposte: dal ministero dell’Ambiente al corpo forestale dello Stato, dal servizio veterinario della Asl all’istituto zoo profilattico sperimentale della Puglia.

Gli episodi raccolti dagli uffici della capitaneria sono due: il primo del 25 giugno, riferito a Roca Vecchia, dove l’esemplare, di oltre un metro e mezzo di lunghezza, sarebbe giunto sottocosta; il secondo, invece, a Torre dell’Orso, suffragato da più operatori e bagnanti. In particolare una signora ha telefonato al numero verde della guardia costiera, il 1530, nello specchio d’acqua tra la struttura turistica “Barone di Mare” e l’hotel Le due sorelle, a circa 500 metri dal litorale.

Le tracce della foca monaca si sono perse da tempo in gran parte del Mediterraneo ma, negli ultimi anni diversi avvistamenti si sono verificati, ad esempio sulla costa trapanese, su quella ligure e a Isolaverde (Chioggia). L’ultimo per quanto riguarda il Salento risale al 2003 ma nei decenni precedenti la presenza di questo animale è ampiamente documentata.

Studi attendibili stimano che la popolazione di questa specie oggi non superi qualche centinaio di unità, la maggior parte delle quali stanziata nell’Egeo e nel Mediterrano sud-orientale.

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