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Cronaca

Balzello sui bus, in 60 chiedono incontro al sindaco

Alberghi, locali pubblici, operatori culturali, artigiani, agenzie di viaggio. La richiesta depositata in Comune reca la loro firma. "Paradossale far pagare 80 euro anche senza sosta al Foro Boario"

LECCE - Tassa di ingresso per i bus turistici? Parliamone. E' l'invito, cortese ma determinato a firma di 60 tra albergatori, autonoleggiatori, agenzie turistiche, operatori culturali, locali pubblici e artigiani - contenuto nella richiesta che è stata protocollata ieri in Comune. Destinatari il sindaco di Lecce, Paolo Perrone e l'assessore alla Mobilità, Giuseppe Ripa.

Il folto ed eterogeneo gruppo non discute la legittimità e la necessità di una regolamentazione degli ingressi in città ma contesta senza mezzi termini alcuni effetti dell'ordinanza del 3 di agosto con la quale, tra le altre misure, è stata imposto il pagamento fino ad 80 euro per l'ingresso nella cinta urbana dei bus turistici, anche quando sostano negli spazi interni alla struttura ricettiva o in un parcheggio comunque privato. L'amministrazione ha da subito motivato questo provvedimento con la necessità di "liberare" il traffico sui viali dalla presenza di mezzi pesanti ma secondo i firmatari è un paradosso che siano costretti al balzello anche i torpedoni che non usufruiscono dell'area di piazzale Carmelo Bene, ex Foro Boario.

Ci sono otto sigle di alberghi in calce alla richiesta: si tratta dell'hotel Delle Palme, dello Zenit, del President, del Patria Palace, dell'Hilton, del Santa Chiara, del Cappello e del Grand Hotel. Molto diversi tra di loro ma accomunati dalla convinzione di essere penalizzati dalle ripercussioni innescate dalla tasse. A sostenere la necessità di un incontro che coinvolga finalmente le associazioni di categoria, compare anche la firma dei responsabili del museo provinciale "Sigismondo Castromediano", di quello ferroviario e del "Faggiano". Hanno risposto positivamente all'appello anche storici locali come il "Joyce", i ristoranti "Guido e figli" e "Carlo V", i bar "La cotognata leccese" e "Martinica". Naturalmente presenti anche gli autonoleggiatori, come Chiffi e Baglivi". E c'è anche la confraternita dei Santissimi Filomena e Biagio presso la chiesa di Santa Chiara.

"Considerato che il periodo di gravissima recessione economica - scrivono a sindaco ed assessore - è già di per sé di forte ridimensionamento dei flussi turistici, che comunque Lecce e il Salento sono mete che per collocazione geografica impongono un maggiore impegno di spesa, che il turismo di bassa stagione è per lo più composto da gruppi organizzati provenienti dalle altre province pugliesi e della regioni vicine", gli operatori turistici e culturali si dicono fortemente preoccupati per gli esiti negativi del provvedimento comunale sul loro lavoro.

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