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Cronaca

Bambina bloccata mentre era in bici e molestata: condannato un 73enne

E’ di due anni e otto mesi di reclusione la condanna inflitta a un anziano accusato dell’episodio avvenuto il 30 ottobre del 2020 in un comune nell’hinterland di Casarano, nei riguardi del quale è stato riscontrato il vizio parziale di mente

LECCE - Dichiarato parzialmente capace di intendere e di volere, è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione con l’accusa di aver molestato una bambina di undici anni: l’avrebbe fermata per le vie del paese, mentre era in sella alla sua bicicletta, e l’avrebbe abbracciata e palpeggiata nelle zone intime, proponendole di spogliarsi in cambio di regali.

La sentenza è stata emessa dalla giudice per l’udienza preliminare Laura Liguori, al termine del processo discusso col rito abbreviato, durante il quale la pubblica ministera Giorgia Villa, titolare delle indagini, sulla scorta della consulenza redatta per conto del tribunale dallo psichiatra Domenico Suma, aveva chiesto la pena di un anno e otto mesi.

La vicenda è avvenuta il 30 ottobre del 2020 in un comune nell’hinterland di Casarano: il settantatreenne che conosceva la ragazzina perché cliente dell’attività commerciale gestita dai suoi genitori la bloccò per strada, allungò le mani sul suo corpo e cercò di corrompere la sua innocenza.  

Nel fascicolo d’inchiesta, oltre alle dichiarazioni della minore (ascoltata in forma protetta dalla psicologa Sara Scrimieri), della madre e del fratello, sono finiti anche i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona in cui si sarebbero verificati gli abusi.

Stando all’accusa, contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla giudice Giulia Proto ed eseguita dai carabinieri della compagnia di Casarano, l’anziano avrebbe prima abbracciato e poi allungato le mani sulla malcapitata, promettendole che l’avrebbe ricompensata qualora gli avesse mostrato le parti intime. La minore però riuscì a fuggire e, giunta in casa, riferì tutto ai genitori che con la loro denuncia segnarono l’inizio delle indagini.

L’imputato fu poi destinatario del decreto di giudizio immediato, in seguito al quale, aveva chiesto e ottenuto di essere giudicato col rito speciale, attraverso gli avvocati difensori Francesco Fasano e Alberto Ferro, che hanno già annunciato che impugneranno la sentenza in appello.

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