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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Banda di Taurisano", nel secondo filone quattro assoluzioni e una condanna

Si è concluso con quattro assoluzioni e una condanna il secondo filone del processo relativo al gruppo accusato di aver cercato in ogni modo di conquistare la supremazia nel territorio tra Taurisano e Supersano e a vendicare ogni presunto torto subito

LECCE – Si è concluso con quattro assoluzioni e una condanna il secondo filone del processo relativo al gruppo accusato di aver cercato in ogni modo di conquistare la supremazia nel territorio tra Taurisano e Supersano e a vendicare ogni presunto torto subito.

Il pubblico ministero Giuseppe Capoccia aveva chiesto 4 anni di reclusione per Fernando Vizzino, 29 anni di Nociglia; 3 anni e mezzo per Antonio Galati; 4 mesi a testa per Daniele Urso, 28enne di Taurisano e Daniele Manco, 32enne di Taurisano (accusati di favoreggiamento). L’assoluzione invece era stata invocata per Giuseppe Rizzello, 27enne di Poggiardo. Il gup Vincenzo Brancato ha assolto anche Vizzino, Urso e Manco. Condanna a due mesi, invece, in continuazione con un precedente processo, per Antonio Galati.

Dagli atti d’indagine era emersa la personalità estremamente violenta di alcuni personaggi come Antonio Galati, Emanuele Toma, Orazio Preite (alcuni degli altri imputati), accusati di aver “consumato violenze e minacce ai danni di svariate persone, anche per i motivi più futili, spesso adoperando armi, anche clandestine”.

Giovani, feroci e spietati. E’ questa la chiave di lettura del gip Ines Casciaro nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti dei cinque uomini. La lunga scia di attentati inizia nella primavera del 2010, con gli agguati compiuti, secondo gli inquirenti, da Toma e Preite ai danni di Daniele Urso, “colpevole” di aver intrattenuto una relazione sentimentale con l’ex fidanzata di Preite.

La vittima aveva quindi deciso di emigrare all’estero. Sempre nello stesso periodo avviene un altro agguato, a colpi di pistola, cui sfugge miracolosamente Daniele Manco, detto “Nena”.

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