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Cronaca

"Barriquez", cocaina dal Sudamerica: dieci condanne

La pena maggiore per Vincenzo Amato, 33enne di Scorrano, presunto leader del gruppo: 22 gli anni di carcere. L'operazione fu condotta dal Goa della guardia di finanza. La droga arrivava in ovuli

LECCE - Era il febbraio del 2007 quando i finanzieri del Gruppo operativo antidroga della guardia di finanza eseguirono una ridda di arresti, per un traffico di cocaina a livello intercontinentale, ribattezzata "Barriquez". Oggi, al termine di un lungo dibattimento, sono arrivati i verdetti per molti dei presunti protagonisti di quell'associazione. Dieci le condanne, nove le assoluzioni. La sentenza è stata pronunciata dai giudici della seconda sezione penale (presidente Roberto Tanisi, a latere Maria Pia Verderosa e Pasquale Sansonetti).

Una condanna a ben 22 anni di carcere è stata comminata a Vincenzo Amato, 33enne di Scorrano, che sarebbe stato uno dei leader del gruppo. Di 14 anni di reclusione, invece, è la pena per Juan Carlos Torres Hernandez, 37enne, venezuelano. Seguono: Juan Manuel Rey Bulla, 39enne, colombiano; Eliana Maria Ochoa Vargas, 34enne, venezuelana, e Roland Molina Briceno Marvin, 36enne, venezuelano, tutti condannati a 12 anni. Sei gli anni inflitti ad Andrea Amato, 31enne di Scorrano, fratello di Vincenzo. Otto ad Adolf Baitis Arend, 51enne tedesco. Quattro a Massimiliano Manni, 37enne di Acquarica del Capo. Un anno e mezzo di reclusione a Roberto Colazzo, 45enne di Campi Salentina e Angelo Perrone, 47enne di Trepuzzi.

Assolti, invece, i venezuelani Ricardo Sosa Becerra Fuentes, 37enne, William Alexander Caro Torres, 31enne, John Gilberto Figueroa Forero, 36enne, Franco Josè Paradiso, 35enne, Jose Ramon Saavedra Villegas, 42enne, e, ancora, Luigi Grassi, 41enne di Surbo, Raffaele Parlangeli, 42enne di Novoli e Francesca Frassanito, 33 anni di Sogliano Cavour. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Vincenzo Blandolino, Gabriele Valentini, Maurizio Scardia, Michele Palazzo, Luigi Greco, Cosimo Rampino, Francesco Vergine, Gianvito Lillo e Sergio Camassa.

Le indagini portarono inizialmente alla firma di ben 43 ordini di custodia cautelare. La cocaina, secondo le indagini, sarebbe arrivata dai produttori sudamericani, Venezuela e Colombia, in testa, transitando da canali quali Spagna e Olanda e raggiungendo, infine, la provincia di Lecce, dopo essere passata da Roma e da Milano. In alcuni casi, avrebbe fatto un giro più largo, passando dall'Albania. Gli arresti furono firmati dal gip Ercole Aprile su richiesta del pubblico ministero Elsa Valeria Mignone.

L'operazione "Barriquez" è iniziata nel lontano 2002 e fu ribattezzata così da un nome che ricorreva tra i presunti trafficanti intercettati. Durante la fase investigativa, furono sequestrati circa 17 chili di cocaina. La droga sarebbe giunta in Italia spesso e volentieri nascosta in ovuli ingeriti. Molti affari sarebbero stati chiusi a Milano, dove i presunti capi del sodalizio si sarebbero recati più volte, per trattare partite con un gruppo sudamericano fino a 20 chili di droga. Un'altra costola del presunto gruppo, con epicentro nel tarantino, fu giudicato nel marzo del 2008. Undici persone furono condannate, nel complesso, ad oltre 60 anni di carcere.

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