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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Ugento

Basile, quindici coltellate: è spirato in pochi minuti

Giuseppe Basile è stato colpito da quindici coltellate in più punti del torace. I colpi sarebbero stati sferrati una dietro l'altra senza concedere al consigliere alcuna possibilità di difesa

Quindici colpi al torace, in più punti al cuore e ai polmoni. Una sequenza impressionante frazionata in pochi secondi e che si sarebbe materializzata con un raptus di piena folla dell'omicida. E' quanto stabilito dal medico legale Alberto Tortorella dopo aver effettuato l'autopsia sul corpo di Giuseppe Basile. Ferite profonde diversi centimetri, che hanno reciso gli organi vitali provocando un decesso praticamente immediato del consigliere comunale e provinciale per un arre4sto cardio-circolatorio. Basile sarebbe deceduto in un lasso temporale brevissimo, rantolando agonizzante per poco meno di un minuto, non di più. Sul suo corpo non sono stati evidenziati segni di colluttazione. La vittima, con ogni probabilità, è stata presa di sorpresa. Non avrebbe avuto il tempo per abbozzare una minima difesa e per cercare di liberarsi dalla morsa del suo omicida il quale avrebbe infierito con crudeltà su Basile con più e più colpi. L'arma, secondo i rilievi dell'esame autoptico, dovrebbe essere un coltello molto affilato della lunghezza superiore ai dieci centimetri. Ma sono sono tate quindici coltellate sferrate da un'unica mano o da più killer? E' un altro dubbio che affiora subito dopo l'esame necroscopico. Il dottor Tortorella ha inviato un'informativa sui risultati dell'autopsia al sostituto procuratore Giovanni De Palma, titolare delle indagini. Nei prossimi giorni verranno effettuate ulteriori analisi di laboratorio.

Sulle cause dell'omicidio, c'è una coltre di dubbi e incertezze. Sono aperte più strade. Movente politico? Passionale? Legato all'attività imprenditoriale? Delibere che sarebbero state illegittime su alcune consulenze, la denuncia di mandare le carte al prefetto. Così parlava solo quatto giorni fa, l'11 giugno, Peppino Basile nel corso dell'ultimo Consiglio comunale ad Ugento. Basile, esponente dell'"Italia dei Valori", personaggio che sedeva anche sui banchi di Palazzo dei Celestini, durante la sua vita politica ha portato avanti diverse battaglie, su più fronti, spesso non risparmiando strali e toni infuocati. Gli investigatori non si sbottonano, specie in questa fase, ma di certo non trascurano alcuna pista. E stanno setacciando anche fra i tanti i suoi interventi di questi ultimi anni. Si seguono diverse piste, per cercare di dare un nome ed un volto ai suoi assassini.

Chi fosse Peppino Basile, lo dicono soprattutto le sue campagne politiche. Per ricordarne qualcuna, fra le più note, quella conto il maxi-complesso turistico tra Torre Mozza e Torre San Giovanni, all'interno del parco naturale. Quando venne realizzato poco ci mancò che scoppiasse a piangere in aula per la sconfitta. Basile si era opposto, da solo contro tutti, e aveva avanzato una segnalazione in Procura. Diversamente era andata per un opificio in via di costruzione nella campagne di Ugento: troppo lontano dal paese, giurava, lo strumento urbanistico non lo consentiva. E non si poteva andare in deroga. Una volta arrivato in Consiglio comunale il provvedimento fu ritirato. Esempi di come conducesse la sua attività. Sempre nel vivo dei problemi, sempre pronto a battersi fino all'ultimo.
Le elezioni politiche erano state il suo orgoglio: nel 2006 con il rinnovo della Giunta comunale, aveva ottenuto il 9 per cento dei consensi. In campagna elettorale, aveva speso 20mila euro, sebbene fosse settimo in lista.

Gli investigatori stanno scavando nella vita privata, nei suoi conti bancari, tra le sue conoscenze e amicizie. Gli inquirenti hanno esaminato anche i tabulati telefonici, sequestrando due agende di Basile che potrebbero risultare particolarmente utili per capire come mai il consigliere comunale sabato pomeriggio non abbia raggiunto Santa Maria di Leuca per la visita del Papa. Lo attendevano in tanti, a partire dai suoi compagni di partito. Una malaugurata premonizione sarebbe stata esclamata da un amico che avrebbe trascorso il sabato sera con Peppino. Sembrava stranamente agitato. Come se avesse paura. Intorno all'1,30 di notte, fra sabato e domenica scorsi, dieci o più fendenti al cuore hanno spento la sua voce, proprio sotto casa sua, in via Nizza, nella periferia della città.

E intanto oggi il presidente della Provincia Giovanni Pellegrino ha fatto visita al sindaco di Ugento e a tutto il Consiglio comunale, per portare la sua voce, invitando alla prudenza nei giudizi, lasciando lavorare in tranquillità la Procura e dissociandosi da quanti hanno voluto intravedere una matrice politica. "Sarebbe grave non essercene accorti prima". Sulla stessa lunghezza d'onda il sindaco di Ugento, Eugenio Ozza, il quale afferma ancora di non credere nella pista politica, in quanto, nonostante la veemenza e l'esuberanza con le quali Peppino Basile conduceva la sua opposizione in sede di Consiglio, nessun episodio è potuto sembrare talmente grave da portare a queste tragiche conseguenze. Ozza conferma poi che in queste ore si dovrebbe eseguire l'autopsia sul corpo di Basile, mentre si sta allestendo la camera ardente nella Sala Consiliare del Comune, quella sala dove tante volte Basile aveva fatto sentire la sua voce, a volte in modo abbastanza eclatante. Massimo Lecci, il vicesindaco di Ugento, ancora sconcertato dall'avvenimento, condivide le idee del primo cittadino ed esclude la pista politica, confidando nell'azione della magistratura, che sta indagando a 360 gradi.

Il Capogruppo del Pd, Oronzo Cavalera, che come Basile si era candidato alle scorse elezioni amministrative si interroga, come tutti, sulle motivazioni che possano aver portato a tale gesto. Cavalera spera che le indagini si concludano presto con esiti positivi, anche perché Ugento non merita che accadano eventi come questo. Ricorda Peppino Basile come un oppositore carico e forte; i loro modi di fare opposizione erano totalmente diversi: rumoroso quello di Basile, più silenziosi ma non per questo meno efficaci quelli delle altre minoranze. "In fondo - dice Cavalera -Peppino era una brava persona". E intanto, la camera ardente è stata allestita presso la sala consiliare. Il feretro con le spoglie mortali del consigliere è giunto intorno alle 18,45 per il saluto silenzioso e composto delle autortià, ma soprattutto della sua cittadinanza.

(Si ringraziano per la collaborazione, nelle foto e nel raccogliere le dichiarazioni degli esponenti politici, PIERANGELO TEMPESTA e FELICE TEDESCHI).

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