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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Gallipoli

"Basta scarichi a mare. Reflui nelle cave e nei bacini"

Patto di ferro tra Legambiente e Aqp per attivare due impianti di fitodepurazione a Mater Gratiae e Canale dei Samari. Visita di Goletta verde al depuratore. Si seguirà esempio virtuoso di Melendugno

GALLIPOLI - Non più scarichi a mare, ma subito la messa a regime di un sistema di fitodepurazione per risolvere la problematica dei depuratori consortili lungo la costa di Gallipoli. Seguendo il ciclo virtuoso intrapreso nel comune di Melendugno che sotto l'egida degli ambientalisti ospita l'impianto di depurazione verde più grande e importante d'Italia. Dal coordinatore provinciale di Legambiente, Maurizio Manna giunge il benestare sulla soluzione intrapresa per eliminate la Spada di Damocle degli sversamenti dei reflui delle piattaforme depurative nel mare gallipolino. E per di più nel mare del parco naturale regionale del litorale di Punta Pizzo. Con un doppio progetto che dovrà prevedere il recupero della Vora di Casarano come polmone di espansione delle acque provenienti dal depuratore di Casarano; l'ampliamento e la rinaturalizzazione di vari tratti delle aste fluviali dei due corsi d'acqua, interessanti i comuni di Casarano, Melissano, Taviano, Alezio e Gallipoli, nonché il recupero di una parte consistente di quella che era l'area umida a sud del Canale dei Samari.

Potrebbe anche essere prevista una briglia alla foce che limiti il versamento delle acque in mare alle sole piene eccezionali, limitate ad alcuni inverni particolarmente piovosi. Questo per quanto concerne la zona del litorale sud. E sull'altro versante, dove scarica il depuratore consortile di Gallipoli, invece, analoga determinazione con l'individuazione in una parte delle cave dismesse di Mater Gratiae come sito di stoccaggio in un apposito bacino rinaturalizzato, per le acque del depuratore consortile di Gallipoli, da cui vengano all'occorrenza immesse nella rete irrigua: ciò scongiurerebbe la ipotesi di una condotta a mare costosa, anacronstica, di problematica manutenzione e anche giuridicamente improponibile, insistendo su un tratto di mare protetto dalle norme comunitarie e che da più parti, compresa Lagambiente, si vuole area marina protetta.

Ma soprattutto consentirebbe di non "gettare" più le acque depurate della piattaforma consortile di Gallipoli che diventerebbero finalmente non più problema, ma risorsa. Un concetto ribadito anche nella giornata di oggi quando Acquedotto Pugliese ha aperto al pubblico l'impianto di depurazione di via Scalelle e ospitato una delegazione nazionale di Legambiente, in occasione dell'approdo di Goletta Verde nella cittadina jonica. Un'apertura al pubblico da parte di Aqp e della società controllata Pura Depurazione per testare da vicino il corretto funzionamento dell'impianto gallipolino e analizzare da vicino non solo le acque depurate Con prelevamento in uscita di apposito campione), ma anche le situazioni di criticità legate agli scarichi a mare e all'impianto di affinamento delle acque reflue ancora non entrato in funzione a regime.

Nel corso della visita guidata è stata rimarcata dal responsabile di Pura Depurazione, Mauro Spagnoletta, la funzione "dei depuratori che sono presidi sanitari a tutela del territorio e della qualità di vita complessiva dell'area servita, con l'esclusivo compito di restituire al loro ciclo naturale e con modalità compatibili e rispettose dell'ambiente, le acque provenienti dalle abitazioni dei cittadini allacciate regolarmente alla pubblica fogna. In particolare, il depuratore di Gallipoli, attivato nel 2002, serve i Comuni di Gallipoli, Alezio, Sannicola e Tuglie. Restituisce al mare acque correttamente trattate e rispettose dei rigorosi limiti imposti dalla normativa nazionale. La qualità del lavoro svolto nell'impianto permette lo smaltimento totale dei fanghi prodotti dal processo depurativo direttamente in agricoltura come fertilizzanti. Nel 2010 Aqp ha investito nel depuratore oltre cinquecento mila euro. Ulteriori investimenti sono previsti nel 2011 per garantire il mantenimento degli alti standard funzionali".

Così come si chiarito ancora una volta da parte di Aqp che l'impianto consortile di Gallipoli non è "assolutamente sottodimensionato rispetto al bacino di utenza servito e che anche i fenomeni denunciati di macchie nere in mare o biancastre lungo la costa, non sono imputabili ad un cattivo funzionamento del depuratore, atteso che analoghi fenomeni naturali lungo i tratti di costa pugliesi si verificano anche lì dove non ci sono scarichi dei reflui".

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