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Cronaca

Mercato illegale dell’arte, bilancio di un anno: oltre a falsi Reggiani, centinaia di reperti archeologici

I carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bari hanno divulgato i numeri delle attività degli ultimi 12 mesi. Anche nel Salento sequestri e denunce: spicca l’operazione scattata a gennaio scorso e che ha portato a 23 indagati e al recupero di tele contraffatte

LECCE – Se c’è un mercato che proprio non sembra aver subito lo scotto della pandemia è quello dell’arte. O meglio, del mercato “nero” dell’arte. Lo dimostra il bilancio delle attività svolte nel 2021 dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Bari su tutto il territorio di competenza, Salento compreso. Dei 139 cittadini denunciati lo scorso anno per reati di ricettazione,  violazioni in materia di ricerche archeologiche, detenzione di materiale archeologico, contraffazione di opere d’arte, violazioni in danno del paesaggio ed altre violazioni, alcuni sono salentini.

Nel Tacco spicca soprattutto l’attività condotta nel mese di gennaio dell’anno in corso e che ha portato l’Arma al sequestro di dipinti falsi di Mauro Reggiani, considerato uno dei punti di riferimento dell’Astrattismo in Italia. Un’indagine che era cominciata in realtà ben prima ed era durata circa tre anni sulla base di accertamenti di natura tecnica che ha consentito di stanare un’associazione operante nel campo dell’arte e ritenuta responsabile di aver immesso nei circuiti nazionali una corposa serie di dipinti di falsi Reggiani.

Uno dei canali di smistamento di quelle opere era stato individuato proprio a Lecce. In totale sono stati recuperati circa 60 quadri, dei quali due rinvenuti nel Salento. In totale, al termine dell’attività investigativa, sono stati iscritti nel registro degli indagati in circa 40, dei quali 23 nella competenza della Procura della Repubblica di Lecce. Le tele venivano cedute per importi che andavano dai 15mila euro fino a persino 70mila euro.

Ma non è tutto. Il territorio salentino rientra nel bilancio delle attività dell'Arma anche per diversi sequestri di reperti archeologici eseguiti dai carabinieri. Centinaia di oggetti antichi rinvenuti all’interno di abitazioni di professionisti e rintracciati a seguito di monitoraggi degli investigatori tramite siti di e-commerce o, più banalmente, perché messi in vendita tramite pagine social. In totale sono infatti duemila e 9 i  beni culturali recuperati in Puglia, a fronte dei mille e 329 nel 2020, per un valore economico stimato in quasi 15 milioni di euro per i beni autentici e di quasi due milioni per quelli contraffatti, se immessi sul mercato come originali.

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