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Cronaca

Bimba smette di respirare, salvata da un carabiniere

Tempismo e sangue freddo per salvare la piccola di 18 mesi, in via Indipendenza. Con i genitori nel panico, il militare ha praticato la respirazione forzata per ben tre volte. Poi, di corsa al "Fazzi"

LECCE - Tempismo perfetto e una buona dose di sangue freddo, per salvare la vita a una bimba di appena 18 mesi, rimasta letteralmente in apnea: il respiro tagliato nella gola, la pelle diventata cianotica in pochi istanti, per carenza d'ossigeno. I genitori, piombati in un incubo e colti dal panico. S'è così rivelato provvidenziale l'intervento di un carabiniere di quartiere, l'appuntato scelto Domenico Taddei. Passava proprio da quelle parti, in via Indipendenza, sul marciapiede opposto alla chiesa di Santa Rosa quando ha sentito, dall'altra parte della strada, invocare "aiuto". Solo un'ora prima, aveva preso servizio, uscendo dalla stazione del quartiere, che sorge in via Tevere. Le urla, erano del padre, che teneva in braccio la piccola e cercava disperatamente sostegno. Il militare non ha avuto esitazioni. Ha colto la paura che bloccava la coppia ed è subito intervenuto.


"Ho fatto per tre volte la respirazione artificiale"

"Sono andato incontro al padre che aveva in braccio la bambina - ha raccontato l'appuntato scelto nella sede del comando provinciale - priva di sensi e dal color olivastro. L'ho presa e l'ho adagiata per terra mettendole sotto la testa il berretto per avere un'angolazione adeguata. Mi sono reso conto che la lingua era ritratta e la faringe probilmente ostruita. Ho cercato di rimuovere la mucosa e quindi ho ripetuto per tre volte la respirazione artificiale, perché la bambina ha perso per tre volte conoscenza".

Nei pochi interminabii minuti del soccorso, mentre la gente accorreva dai paraggi, il padre continuava ad invocare aiuto e la madre assisteva come bloccata, nel panico totale per quello che stava capitando alla sua creatura. Rianimata la piccola, Domenico Taddei ha chiamato i colleghi di una pattuglia che sapeva essere in zona. Non si poteva perdere nemmeno un istante e così è stato deciso di non attendere l'arrivo dell'ambulanza. A bordo della vettura di servizio, Taddei e suoi colleghi si sono precipitati a sirene spiegate verso l'ospedale "Vito Fazzi" dove i medici hanno svolto tutti gli accertamenti del caso, dichiarando la bimba fuori pericolo.

E' successo tutto nel pieno della mattinata di ieri, intorno alle 11. La bimba, Anna, figlia di una coppia che risiede a Monza: il papà, Egidio Martini, agente della polizia municipale, la mamma, Angela, infermiera. Si trovano a Lecce, in vacanza, presso i genitori della donna, originaria del capoluogo salentino. Quando la bimba ha cominciato ad agitarsi in maniera anomala, predendo conoscenza, i due sono rimasti pietrificati, piombati all'improvviso in una situazione drammatica. Decisiva s'è così rivelata la prontezza di riflessi dell'appuntato Taddei, che non ha avuto un attimo di esitazione. Gli stessi sanitari, hanno riconosciuto al miliare della stazione di Santa Rosa, la rapidità e la correttezza del primo soccorso, e la necessità di quell'intervento, per non compromettere la vita appena sbocciata della piccola. Una storia, per fortuna, a lieto fine e che si può raccontare con un sospiro di sollievo. Merito dell'appuntato scelto Domenico Taddei che tutti i giorni presidia, come una decina di altri carabinieri di quartiere, i rioni più densamente popolati della città: il centro, Santa Rosa, la zona universitaria.

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