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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Blitz nella chiesa gremita contro don Cesare Lodeserto

Irrompono nella chiesa durante la messa nel giorno dell'addio del discusso sacerdote, che si sta recando in Moldavia. Ricoverata una 65enne colta da malore. Esibiti alcuni volantini, diversi i fermi

"Assassini, assassini", urlavano mentre li bloccavano. "Assassini, assassini". Le voci rimbombavano nella chiesa gremita e colta da stupore mista a puro terrore. Chi sono, cosa fanno, dove vogliono arrivare? Dietro di loro, altri compagni di raid gettavano volantini. Qualcuno fra i presenti ha pensato che stessero tirando qualcosa, un ordigno. Ci sono stati svenimenti, malori. Una donna di 65 anni, sofferente di cuore, è stata portata in osservazione presso il reparto di cardiologia dell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce. I dimostranti hanno scelto con accuratezza calibrata il giorno, il luogo e l'occasione dell'irruzione, consapevoli anche del fatto di poter contare in quest'occasione su una grancassa mediatica che avrebbe amplificato il loro grido violento di protesta e dato enfasi ad un blitz che ha il sapore dell'atto dimostrativo dai toni e dai metodi particolarmente ruvidi.

Una guerra senza fine, in cui il "target" è sempre lui, don Cesare Lodeserto, l'uomo di chiesa intorno al quale le discussioni animate, spesso violente, sembrano non avere mai termine. La chiesa, quella di San Guido, nel cuore del rione Castromediano, non lontana dal nuovo seminario. L'occasione, il saluto a don Cesare e l'investitura del "Fidei Donum" da parte dell'arcivescovo di Lecce monsignor Cosmo Francesco Ruppi. Dopo 22 anni in Italia, don Cesare lascia la sua terra, parte in missione verso la Moldavia, dove gestirà la fondazione "Regina Pacis" di Chisinau. La chiesa era colma di astanti, questa sera. Tantissime le autorità presenti, e fra questi anche i volti di Adriana Poli Bortone, Raffaele Baldassarre, Antonio Pepe, tantissimi altri, fra professionisti salentini e altri nomi, come il neo-eletto direttore generale del Comune di Lecce Piergiorgio Solombrino.

Poco dopo le 20, quando tutta la messinscena è ormai finita da un pezzo, in via Leuca i volti iniziano a distendersi. Intorno ci sono ancora pattuglie di polizia che presidiano gli accessi, agenti in borghese della Digos, carabinieri, vigili urbani, telecamere e flash dei fotografi che immortalano il prospetto della chiesa. Ma la tensione è stata tanta, per un gesto irruento e inatteso. Sono alcuni fra gli stessi testimoni a raccontare quegli attimi di panico. Nel mezzo della messa, l'irruzione. Due giovani, jeans e giubbotti, cappello di lana in testa, ma a volto scoperto, aprono le porte e si dirigono rapidamente verso l'altare, ma vengono bloccati a metà strada. Alle loro spalle, altri giovani fanno librare volantini dai toni durissimi contro don Cesare ed il "Regina Pacis". I dimostranti tenteranno, ma invano, di aprire anche uno striscione. Fuori, si raggruppano altri giovani. Hanno anche un megafono. Dentro, urla, confusione, persone anziane colte da panico e malori. A breve l'arrivo della polizia. Alcuni di loro saranno presi e condotti in questura. Molte delle autorità presenti avrebbero manifestato l'intenzione di esporre una formale denuncia. Al momento sono nove le persone che hanno ricevuto un deferimento a piede libero.

La natura di questo gesto eclatante sembra avere una spiegazione logica proprio nell'addio di don Cesare. E' come se i suoi antagonisti numero uno, gruppi di anarchici, no-global, o come dir si voglia ("pecorelle smarrite", si firmano con feroce sarcasmo), volessero continuare a mettere l'accento all'infinito sui mille paradossi di una struttura, il "Regina Pacis", sulla quale gravano le macchie delle condanne della magistratura. L'ultima, terza in assoluto, per don Cesare Lodeserto, è del 28 settembre scorso: 5 anni e 4 mesi: https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=3862. Tanti i capi d'imputazione: Calunnia, minaccia, estorsione, sequestro di persona, violenza privata, abuso dei mezzi di correzione. Il tutto, in quella che appare una torbida guerra fra condannati. Nel computo della vicenda va ricordato il fatto che fra coloro i quali hanno sempre puntato il dito nel tempo contro quanto sarebbe accaduto nel "Regina Pacis" di Lecce, ma anche verso altri obiettivi, visti come fautori dell'ondata di globalismo nel mondo e contro i quali hanno compiuto vari attentati, vi sono quegli "insurrezionalisti" che hanno ricevuto diverse condanne per associazione a delinquere (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=2690).

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