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Cronaca

In corteo i lavoratori dei vivai viticoli. E nuovo blocco contro il piano Silletti

Il settore, particolarmente florido nell'Otrantino, impiega centinaia di lavoratori ma è paralizzato dal divieto di movimentazione della vite imposto dalle autorità europee. I produttori olivicoli di Torchiarolo, San Pietro Vernotico e Cellino San Marco occupano di nuovo la Ss 613

LECCE - Un nuovo blocco stradale, dopo quello del 13 ottobre, sulla Ss 613, all'altezza di Torchiarolo. Intorno alle 6.30 decine di manifestanti che si oppongono alle eradicazioni degli ulivi in attuazione del cosiddetto piano Silletti bis hanno invaso la corsia in direzione nord creando una coda di mezzi di diversi chilometri. Il traffico, interrotto e deviato lungo percorsi comunali, ha ripreso a scorrere regolarmente solo in tarda mattinata.

E' la seconda volta che i produttori olivicoli del Brindisino (Torchiarolo, San Pietro Vernotico, Cellino San Marco) occupano la strada che collega i due capoluoghi: la prima volta è stato il 13 ottobre. L'area a nord della provincia di Lecce è infatti quella in cui sono previsti gli abbattimenti non solo delle piante infette ma anche di quelle sane che insistono nel raggio di 100 metri.

IMG_5746-2E, ancora ieri, le motoseghe sono entrate in azione centinaia di volte, tra la rassegnazione di alcuni proprietari e la resistenza di altri. Il commissario Giuseppe Silletti ha ingranato la marcia veloce: il periodo di emergenza termina a fine anno e le autorità italiane sono determinate a fare ciò che all'Europa potrebbe sembrare sufficiente per allentare la presa.

Tra chi si attende delle modifiche alle misure restrittive imposte, ci sono i produttori e i lavoratori del comparto dei vivai viticoli, una cui folta rappresentanza ha sfilato oggi a Lecce, dall'ex Foro Boario fino alla prefettura. Si tratta di un settore, tra l'altro molto dinamico, rimasto completamente paralizzato dall'inserimento della vita nell'elenco delle specie per le quali vige il divieto di movimentazione voluto per arginare la diffusione del batterio della xylella fastidiosa.

Sono circa 800 le famiglie, molte monoreddito, il cui sostentamento dipende dalla produzione barbatelle, cioè le viti da innesto, attività particolarmente florida nella zona di Otranto. Con striscioni e slogan hanno rivendicato la sicurezza della vite e la necessità di rimettersi subito al lavoro.

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