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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Via Benedetto Croce

Inquietante ritrovamento. Ordigno inesploso davanti alla rivendita di vini

La bomba è stata rinvenuta questa mattina, nei pressi di via Benedetto Croce, all'angolo con viale Japigia. Era stata collocata nella saracinesca della rivendita di Gilberto Maci, a pochi metri dal comando dei carabinieri leccesi

LECCE – Un atto intimidatorio in piena regola. Polvere di cava raccolta in un involucro nero, ricavato da una busta per la spazzatura e chiuso con nastro adesivo. Un ordigno di circa 250, forse 300 grammi. Probabilmente non tale da provocare danni enormi, qualora fosse esploso, ma sufficiente per incutere soggezione in chiunque.

Ad ogni modo, far scoppiare la bomba non era nelle intenzioni degli ignoti che l’hanno collocata. La miccia non è mai stata accesa. Non vi sono segni di bruciature. Dunque, si può parlare di una sorta di avvertimento. Ma quale sia il movente, cercheranno di scoprirlo i carabinieri del Nucleo radiomobile della compagnia di Lecce, che in queste ore stanno raccogliendo indizi. Partendo dalla dettagliata denuncia presentata in caserma dal titolare.  

Vittime di quest’atto sono stati i gestori di un punto vendita di vini nel cuore di Lecce, l’imprenditore Gilberto Maci di Cellino San Marco e la moglie Debora Giannone di Lecce. Il primo è figlio del presidente dell’azienda "Cantine Due Palme", ma opera ormai in proprio da qualche tempo, tant'è che le insegne sono state rimosse e verranno presto sostituite da un nuovo marchio.

E’ stato proprio Gilberto Maci, insieme ad una dipendente, a fare la brutta scoperta, poco prima delle 9 di questa mattina, accingendosi a sollevare la saracinesca del negozio di rappresentanza che sorge in zona d’angolo fra via Benedetto Croce e  viale Japigia, a poche decine di metri dal comando provinciale dei carabinieri.

Quando l’imprenditore e la commessa hanno sollevato la serranda, si sono ritrovati la bomba inesplosa letteralmente fra i piedi. Gli ignoti, che hanno agito in un orario imprecisato (si presume fra la notte appena trascorsa e l’alba di oggi), l’avevano collocata in una delle fessure. Maci ha subito chiamato i carabinieri, accorsi con la postazione mobile dell’artificiere invita dal nucleo investigativo. Intorno alle 9,30 le operazioni di prelievo dell’ordigno, che sarà messo in sicurezza e analizzato meglio in laboratorio, erano pressoché terminate e anche la vicina edicola di giornali – rimasta chiusa per precauzione – ha potuto iniziare la sua giornata lavorativa.

I carabinieri mentre recuperano la bomba

Come detto, Gilberto Maci ha subito sporto denuncia. Al momento i dettagli sono tenuti ovviamente sotto riserbo dagli investigatori. Nessuna pista è trascurata, come sempre, ma forse, quella del racket non è per il momento la più battuta in assoluto.

L’attività in questione è aperta da circa due anni, ma non è più un punto di rappresentanza delle "Cantine Due Palme", tant'è che è in via di ristrutturazione e la stessa azienda, in una sua nota, ha assunto le distanze. Gilberto Maci e la moglie si sono messi in proprio nella gestione dell’enoteca, staccandosi completamente dall'azienda di famiglia.

Il negozio non ha videocamere, ma i carabinieri stanno sondando l’intera zona, fra circonvallazione e altri punti vicini, perché diverse attività commerciali ne sono disposte e dalle immagini si potrebbero ricavare indizi utili. Di certo, questo è solo l’ultimo in ordine di tempo di una serie di azioni ai danni di commercianti leccesi, che destano una certa inquietudine.        

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