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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Castrignano del Capo

Brillantante servito invece di acqua, ispezioni di Nas e Asl nel bar

Un operaio 28enne di Castrignano del Capo ha subito l'asportazione dello stomaco ed è in prognosi riservata al "Panico"di Tricase. A breve dovrebbero arrivare provvedimenti per il locale, dopo il clamoroso errore

TRICASE – Ha subito l’asportazione dello stomaco e ora è sotto stretto controllo medico, nel reparto di Rianimazione dell’ospedale “Cardinale Panico” di Tricase. Un intervento molto delicato, quello effettuato dai medici, per salvare la vita di un operaio 28enne di Castrignano del Capo, vittima, nella tarda mattinata di ieri, di una clamorosa svista: entrato in un bar del suo paese per chiedere un bicchiere d’acqua, gli è stato servito del brillantante, prodotto chimico impiegato per rendere lucenti le superfici delle stoviglie.

L’effetto sull’organismo del malcapitato è stato devastante. Trasportato d’urgenza in ospedale, è stato subito operato. E in queste ore, dopo un primo sopralluogo di ieri dei carabinieri della stazione locale (si procede per lesioni personali colpose gravissime), sono in corso ispezioni approfondite e mirate dei carabinieri del Nas e del personale del Sian Area Sud - Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione dell'Asl sull’esercizio in cui s’è consumato il clamoroso errore, per verificare aspetti come le condizioni igienico-sanitarie e il rispetto norme sul lavoro. Sarà poi stilata una relazione, sulla quale si stabilirà quali provvedimenti assumere. 

Che sia stato un fatto colposo, è fuori discussione. Ma che ci sia stata qualche falla a livello di gestione, anche. L’operaio, verso le 12 di ieri, era entrato giusto per un bicchiere d’acqua nel quale versare una bustina di Oki, farmaco antinfiammatorio. La barista ha così afferrato una bottiglia che era a portata di mano e nella quale, però, c’era l’additivo usato nelle macchine lavastoviglie. Un serie di sfortuite coincidenze che si sono consumate in pochi attimi. E  la vita di un giovane è cambiata per sempre. Ora è in prognosi riservata.

Le proposte: più controlli e una legge nazionale

“E’ l’ennesimo episodio di avvelenamento che si registra in Italia e che allunga l’elenco di soggetti che hanno subito gravi lesioni fisiche dopo aver bevuto acqua in un pubblico esercizio – denuncia il presidente Codacons, Carlo Rienzi – Detersivi, soda caustica, varechina, acidi e altre sostanze tossiche utilizzate nelle cucine di bar e ristoranti finiscono nelle bottiglie e nei bicchieri d’acqua che poi, per errore, vengono serviti ai clienti. Questo accade perché quasi sempre acidi e liquidi tossici sono incolori e possono facilmente essere scambiati per acqua”.
“Chiediamo una legge nazionale che imponga ai pubblici esercizi di colorare detersivi, acidi e sostanze liquide potenzialmente pericolose con colori accesi, in modo da renderle immediatamente riconoscibili e distinguibili dall’acqua – prosegue Rienzi – in tal modo sarà possibile evitare incidenti come quello avvenuto a Castrignano del Capo e tutelare la salute dei cittadini”.

"Un evento che poteva capitare a chiunque, ed è questo che invita a far riflettere - rileva Giovanni D'Agata presidente dello Sportello dei Diritti - così come ci si chiede come sia ancora possibile che fatti analoghi accadono ancora ciclicamente in ogni angolo d’Italia, nonostante tutte le stringenti normative per la sicurezza alimentare e sul lavoro, tra le più avanzate rispetto a quelle dei paesi europei e sviluppati, più in generale".

"Non ci resta, quindi, che chiedere e invitare qualsiasi titolare, responsabile e dipendente di attività di ristorazione e di somministrazione di cibi o bevande, a innalzare prontamente e mai abbassare il proprio livello d’attenzione a partire dalla necessaria separazione delle sostanze pericolose o comunque non commestibili da quelle somministrabili all’utenza, mentre alle autorità demandante ai controlli ad aumentare le verifiche, perché solo così si potrà sperare che diminuiscano drasticamente eventi come l’ultimo di una lunga serie che a questo punto, non sono più semplici fatalità. Senza dimenticare - conclude -, in ogni caso, la speranza e il più sincero augurio che l’ultima giovane vittima coinvolta possa in qualche modo riprendere la sua vita".

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