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Cronaca Gallipoli

Brosme vendute al banco per baccalà, scatta la multa di 6mila euro

La sanzione comminata dai militari della guardia costiera della capitaneria di porto di Gallipoli nei confronti di un commerciante. I controlli estese a più attività, nel segno della "tolleranza zero" verso le frodi alimentari

 

GALLIPOLI – Aveva pensato bene di trattare i clienti come baccalà, rifilando filetti di brosme come fossero pesci di qualità superiore. Baccalà, appunto, decisamente più pregiato. Ma il gioco di prestigio non è riuscito a un commerciante, che dovrà sborsare 6mila euro di multa per pubblicità ingannevole.

Tolleranza zero alle frodi alimentari sul pescato da parte della capitaneria di porto di Gallipoli, che in questi giorni ha inaugurato una nuova stagione di controlli a tappeto, per bloccare l’importazione e la commercializzazione di pesce sprovvisto di documentazione sulla provenienza o venduto per pescato del Mediterraneo, quando, magari, provenga da chissà quali mari. Per non parlare del prodotto spacciato come fresco e in realtà congelato. La gamma di truffe è davvero variegata.

E così, nella fitta rete degli accertamenti è finito un esercizio commerciale che vendeva “brosme” pubblicizzandole come “baccalà”. I militari della guardia costiera hanno contestato l’illecito amministrativo. Per carità, le brosme sono pesci di discreto valore commerciale. Ma il merluzzo bianco sotto sale è davvero un’altra cosa. E questo tipo d’imbroglio è piuttosto frequente. Occhio alle truffe, allora, e, in caso di dubbio, il numero da chiamare è 0833 266862. La capitaneria di porto potrà così raccogliere elementi per svolgere opportune verifiche.  

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