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Cronaca Sanarica

Abuso d’ufficio, cade ogni accusa nei confronti dell’ex sindaco di Sanarica

E' caduta anche l'accusa di abuso d'ufficio nei confronti dell'ex primo cittadino, Sergio Santese. Lo ha stabilito nella tarda serata la Corte d'Appello di Lecce. La sentenza chiude un capitolo giudiziario cominciato nel 2005 e durato sette anni

LECCE – Non ci fu alcuna concussione, neppure tentata, né alcun abuso d’ufficio, da parte dell’ex sindaco di Sanarica, Sergio Santese, nei fatti che gli furono contestati sette anni addietro dalla Procura di Lecce. A stabilirlo la Corte d’Appello di Lecce, su richiesta del sostituto Procuratore Nicola D’amato, in conseguenza dell’appello proposto dall’ex primo cittadino alla sentenza con la quale il 27 marzo 2013, la pria sezione penale del Tribunale di Lecce, dopo averlo assolto dalle accuse di concussione tentata e consumata, lo aveva ritenuto responsabile del solo reato di abuso d’ufficio.

In quell’occasione, era  stato condannato alla pena di anni due di reclusione, pena sospesa, disattendendo la richiesta di condanna a dieci anni allora formulata dal pm Giovanni Gagliotta. Si chiude la vicenda per fatti insussistenti, a seguito dei quali Sergio Santese rassegnò le dimissioni di sindaco del Comune di Sanarica, a causa della misura della custodia cautelare che  fu applicata nel febbraio del 2008, subito dopo revocata dallo stesso giudice che l’aveva disposta dopo aver ascoltato la sua versione dei fatti che gli erano stati ingiustamente addebitati.

Nel mirino degli inquirenti erano finiti tre episodi (una presunta concussione e due tentativi), collocabili nell’arco di tempo tra il 2005 e il 2006, in cui secondo l’accusa Santese avrebbe impiegato i suoi poteri di primo cittadino per intascare somme di denaro. Volontà che, se non assecondata, avrebbe comportato un ritardo nel rilascio di autorizzazioni o la revoca di incarichi.

Una tesi, dunque, non condivisa dalla Corte d’appello di Lecce, che ha definitivamente assolto Sergio Santese da ogni accusa. Il collegio difensivo, composto dagli avvocati Pasquale e Giuseppe Corleto, e Luigi Corvaglia, dopo aver preso atto della richiesta di proscioglimento formulata in udienza dal sostituto procuratore, Nicola D’Amato, ha ripercorso passo dopo passo l’iter giudiziario del loro assistito, smontando definitivamente il teorema accusatorio. Allo stato pende, però, un procedimento penale per falsa testimonianza nei confronti di chi aveva accusato ingiustamente l’ex primo cittadino di Sanarica.

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