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Cronaca Gallipoli

Calci alla porta, dopo l'Assise scattano le denunce

Nel corso dell'infuocato Consiglio Comuale a Gallipoli, si sono vissuti attimi di tensione, quando i senzatetto hanno chieso di essere ricevuti dal sindaco. Dopo la baraonda due donne denunciate

Momenti di tensione a Gallipoli per lo sfratto di circa 300 famiglie delle case dello Iacp. I cittadini hanno chiesto l'intervento degli amministratori del Consiglio comunale e una delegazione, per lo più donne, ha fatto irruzione nell'assise cittadina che avrebbe dovuto svolgersi. Ma il Consiglio comunale non si è tenuto per mancanza di numero legale (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=11653). I cittadini infuriati hanno montato una vibrante protesta e nel corso della bagarre i consiglieri comunali della minoranza hanno accusato i loro colleghi della maggioranza di centrodestra che non hanno fatto tenere la tanto attesa seduta consiliare.

A quel punto a Palazzo Balsamo, la tensione è salita alle stelle e per sedare gli animi surriscaldati, è stato necessario l'intervento delle forze dell'ordine. In giornata sono scattati i primi provvedimenti penali nei confronti di due donne, di 38 e 33 anni, residenti nella "Città Bella", denunciate in stato di libertà con l'accusa di danneggiamento dagli agenti del locale commissariato, diretti dal dirigente Nicolì. Secondo le indagini, avrebbero frantumato la vetrata di una porta inglese con dversi calci.

E intanto, la polemica sul Consiglio comunale "saltato" per mancanza del numero legale (maggioranza assente dai propri banchi) e a Gallipoli continua, con botta e risposta per le rime. Ieri l'indignazione manifesta dei sette consiglieri di Opposizione che avevano richiesto la convocazione della stessa seduta e la replica del primo cittadino Giuseppe Venneri. Oggi tocca al presidente del Consiglio, Enzo Benvenga, rintuzzare alle accuse della minoranza. "In relazione a quanto dichiarato dai consiglieri di Opposizione circa la seduta dell'assise civica svoltasi ieri" interviene Benvenga, "si rendono opportune e necessarie alcune puntualizzazioni. Innanzitutto mi corre l'obbligo di respingere l'immagine di presidente del Consiglio comunale censore e per nulla rispettoso del dialogo e del confronto tra le parti che artatamente hanno cercato di costruire gli esponenti della minoranza. Quanti conoscono la mia storia politica e personale ben sanno che il sottoscritto ha fatto del dialogo e del confronto un modus vivendi direi quasi irrinunciabile. Prometto, tuttavia, che da ora in poi mi impegnerò maggiormente per intervenire e rendermi io stesso strumento di quella dialettica invocata dai banchi dell'opposizione"

"In secondo luogo" continua Benvenga, "mi corre l'obbligo di correggere i consiglieri di minoranza quando, ignorando il regolamento comunale, parlano di presidenti delle commissioni ‘mandati allo sbaraglio'. Si trascura, infatti, che tale convocazione è un atto dovuto e soprattutto si tralascia il ruolo istituzionale delle commissioni, il cui lavoro ed impegno torneranno utili nella prossima convocazione dell'assise civica. Infine, relativamente all'augurio ultimo dei consiglieri di opposizione, noto come gli stessi partecipano in modo distratto alle sedute del consiglio, visto che il loro auspicio di vedere nuovamente convocato il consiglio comunale per discutere dei medesimi argomenti è stato già superato nei fatti, in quanto ieri, nel dichiarare la chiusura dei lavori, ho espressamente detto che quel consiglio sarebbe stato celebrato in seconda convocazione, a norma di regolamento. Cosa che avverrà venerdì prossimo, giornata nella quale è stato già convocato il prossimo Consiglio comunale. Una maggiore attenzione avrebbe consentito ai consiglieri di opposizione più serenità e soprattutto la possibilità di evitare di essere ripresi su un errore così elementare, come scolari impreparati".

Il tutto mentre di contorno non si placa nemmeno il malcontento e la vibrante protesta degli occupanti delle case popolari di viale Europa e via Cagliari sui quali pende il pericolo degli sfratti da parte dello Iacp. Ieri in Consiglio si sarebbe dovuto parlare anche della loro situazione, ma poi non s'e ne fatto nulla. Tra la rabbia e la delusione dei diretti interessati e qualche intemperanza di troppo "sorvegliata" dalle forze dell'ordine. Ma gli "sfrattati" non demordono secondo quanto recita una nota del "Comitato Occupanti e Senza Tetto di Gallipoli" che senza mezzi termini stigmatizza l'atteggiamento di "chiusura" del sindaco Venneri.

"Ieri a Gallipoli si sarebbe dovuto tenere il Consiglio Comunale con all'ordine del giorno, anche il punto sul diritto alla casa ed il blocco degli sfratti, in riferimento ai locali dello Iacp occupati da più di 20 anni da famiglie che da altrettanti anni chiedono con dignità una casa decente in cui abitare" sottoscrive il portavoce del Cost, Rosario Attanasio. Che continua: "E' ormai noto a tutti che a Gallipoli, e non solamente in questa cittadina, le amministrazioni comunali, siano esse del centro destra o del centrosinistra, invece di amministrare per il bene pubblico e dei ceti meno abbienti hanno curato e curano altri interessi e priorità calpestando, puntualmente, i diritti minimi, essenziali della collettività, non avendo, di fatto, mai provveduto alla programmazione e costruzione di case popolari. Il Consiglio Comunale è saltato! Il motivo ufficiale? La mancanza del numero legale. La maggioranza del centrodestra, infatti, non si è presentata! Proprio quando che a seguire i lavori del Consiglio Comunale c'erano gli occupanti: donne, anziani, giovani coppie con bambini al seguito e rappresentanti della Lega salentina per il diritto alla casa e contro gli sfratti e che avrebbero voluto sentire dagli amministratori le loro posizioni in merito agli sfratti e, d'altra parte, far sentire le loro ragioni contro gli sfratti e per il diritto alla casa".

E ancora: "I cittadini, usciti dall'aula consiliare, sconfortati ma non piegati dalla situazione, hanno chiesto di poter parlare con il sindaco e prendendo atto che nemmeno un consigliere comunale dell'opposizione era rimasto ad appoggiare tale richiesta, dopo più di un'ora d'attesa, hanno, di fatto, occupato la sala d'aspetto del Comune, anche perché il Sindaco da un lato non si preoccupava di dare una risposta circa una sua eventuale disponibilità nel riceverli, dall'altro dimostrava molta solerzia nel chiamare le Forze dell'ordine ed in numero spropositato, puntando sull'intimidazione e sulle minacce. Il clima, naturalmente inasprito da questa situazione, è talmente degenerato che, tra spintoni e minacce varie da parte di chi non voleva si discutesse del problema, una signora del Cost si è sentita male a tal punto che si è reso necessario l'interveto del 118, accompagnandola al Pronto Soccorso dell' ospedale. Ma nemmeno dopo questo triste episodio, il sindaco, o quanto meno un suo delegato, ha avuto la bontà d'animo di uscire da quella porta che rimaneva "permanentemente" chiusa, salvo il via vai delle forze dell'ordine, che a quel punto, rimanevano soli unici interlocutori possibili tra la cittadinanza ed il sindaco. Contro tutto ciò: l'arroganza della Giunta Comunale e la vigliaccheria dell'opposizione che non ha saputo né voluto dar voce alle giuste richieste dei cittadini in lotta, invitiamo tutti i cittadini e cittadine di Gallipoli e non solo a far sentire, in tutti i modi possibili la loro opposizione alla Giunta Comunale gallipolina; la loro solidarietà ai cittadini in lotta; a partecipare al sit-in di domenica 23 novembre, in Piazza Tellini dalle 18 in poi, per far chiarezza su questi punti ed allargare la rete di solidarietà. E per il diritto alla casa, la nostra lotta… continua!".

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