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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Calcio scommesse, 17 arresti. Sospetti su due gare del Lecce

Diciassette arresti all'alba operati dallo Sco della polizia nell'ambito del filone "Last Bet", avviato nel giugno scorso. In carcere Cristiano Doni. Con la Procura di Cremona ha collaborato anche la squadra mobile di Lecce

 

LECCE – Seconda tranche per l’inchiesta sul calcio scommesse e, questa volta, sembrano aprirsi spiragli ancora più vasti. Per gli inquirenti, infatti, all’origine di tutto, vi sarebbe una vera e propria organizzazione internazionale, in grado di alterare incontri di più campionati e in diverse nazioni. Gli uomini delle squadre mobili di Cremona, Brescia e Bologna e del Servizio centrale operativo della polizia hanno eseguito oggi diciassette ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Cremona, Guido Salvini, che parla di  “una specie di sistema borsistico internazionale illegale. Tra gli arrestati ci sono anche giocatori in attività come Cristiano Doni dell’Atalanta (che avrebbe messo in atto un tentativo di inquinamento probatorio), Carlo Gervasoni del Piacenza (attualmente sospesi),  Filippo Carobbio dello Spezia, oltre agli ex giocatori Luigi Sartor (Parma, Vicenza, Inter e Roma) e Alessandro Zamperini (serie B, Lega Pro). Già dalle prime ore dell'alba l'Ansa ha diffuso le prime notizie sull’inchiesta.

L’indagine, ancora una volta, lambisce, anche Lecce. C’è, ad esempio, anche l’incontro del campionato di serie A Brescia-Lecce, stagione 2010-2011, tra le varie partite che sarebbero state alterate dall’organizzazione criminale internazionale, secondo quanto accertato dalla polizia nell'ambito dell'indagine. La gara, del 27 febbraio 2011, finì in parità, sul 2-2. I padroni di casa andarono in vantaggio sul 2-0 con i gol di Caracciolo al 17' del primo tempo e di Zoboli due minuti dopo. La rimonta giallorossa fu siglata dalle reti di Corvia (al 31esimo del primo tempo) e Munari (al 25esimo della ripresa). Nei minuti di recupero l'arbitro Morganti annullò un gol a Caracciolo, che avrebbe regalato il successo al Brescia e che fece discutere i moviolisti perché ritenuto regolare.

L’altra gara dei salentini sulla quale si sono addensati i sospetti degli inquirenti, è quella che si disputò a fine stagione con la Lazio. Finì con un sonoro 4-2 per gli ospiti (reti di Coppola e Piatti per il Lecce; di Rocchi, doppietta di Zarate e un’autorete di Vives per gli ospiti). Alessandro Zamperini, secondo gli investigatori, definito il “reclutatore”, avrebbe soggiornato nello stesso hotel dei giallorossi prima dell'incontro con i capitolini. Nell’ordinanza, il gip, a tale proposito, afferma la circostanza avrebbe avuto “evidenti finalità corruttive”. Da qui a dire che tali, presunte finalità siano andate in porto, però, ovviamente, ce ne corre.

Ma le partite “incriminate” sono davvero tante. Fra le altre gare dello scorso anno su cui si sono addensati sospetti, si segnalano, ad esempio, Brescia-Bari e Napoli-Sampdoria, ma soprattuto Atalanta-Piacenza del 19 marzo 2011, Padova-Atalanta del 26 marzo 2011 e Ascoli-Atalanta del 12 marzo 2011. E, ancora, Cittadella-Mantova del 24 aprile 2010; Ancona-Grosseto del 30 aprile 2010; Brescia-Mantova del 2 aprile 2010; Grosseto-Reggina del 23 maggio 2010; Empoli-Grosseto del 30 maggio 2010. 

L'operazione costituisce la prosecuzione ideale dell'inchiesta della Procura di Cremona “Last bet” che nel giugno scorso ha portato in carcere sedici persone, tra cui l'ex giocatore della Nazionale, Beppe Signori e altri calciatori. I diciassette indagati devono rispondere a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e frode sportiva. Il vertice dell'organizzazione sarebbe a Singapore, con basi operative nell'est europeo. Secondo la Procura di Cremona, a capo ci sarebbe tale Eng Tan Seet, detto Dan, che attraverso una rete di collaboratori, avrebbe operato per alterare incontri in diversi  campionati, non solo in quello italiano. Alle indagini ha partecipato anche la squadra mobile di Lecce, diretta dal vicequestore aggiunto Michele Abenante.

Come riporta l'Ansa, l'operazione che ha condotto all'emissione degli arresti, "non é un punto di arrivo, ma una base di partenza". Sono parole del procuratore di Cremona, Roberto Di Martino che, nel corso di una conferenza stampa convocata in mattinata s'è soffermato sui possibili sviluppi dell'inchiesta. "Speriamo sia un punto di partenza per portare più pulizia in questo bel gioco che è il calcio". Di Martino ha sottolineato come l'associazione avesse una caratteristica "transnazionale", tanto che alle indagini hanno collaborato forze di polizia di Croazia, Germania, Finlandia e Ungheria.

Per quanto riguarda il ruolo dell'ex capitano dell'Atalanta Cristiano Doni, del preparatore atletico del Ravenna calcio, Nicola Santon e di un amico di Doni, Antonio Benfenati (gestore di un lido a Cervia), Di Martino ha chiarito che non ci sono ulteriori episodi di combine rispetto a quelli contestati nel giugno scorso, ma, "si sono enormemente concretizzate" le responsabilità di fronte anche a un "pericoloso intervento di inquinamento probatorio". Le ordinanze di custodia cautelare si sarebbero inoltre rese necessarie, perché "la manipolazione delle partite era ancora in atto".

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