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Cronaca

Calendario dell'Arma 2013, testimoni ed eroi della storia italiana

Giunto a una tiratura di 1 milione e 200mila copie, di cui 8mila in inglese, francese, spagnolo e tedesco, il calendario è indice sia dell'affetto e della vicinanza di cui gode la Benemerita. Stamane la presentazione

 

LECCE – Come un po’ in tutta Italia, anche presso il comando provinciale dei carabinieri di via Lupiae è stato presentato questa mattina il Calendario storico 2013 dell’Arma. Un appuntamento ormai tradizionale in cui si sfoglia la nuova edizione, che quest’anno prosegue il percorso iniziato nel 2011. Sono infatti raffigurate le molteplici attività attraverso le quali l’Arma è stata in prima linea nei conflitti mondiali, nonché i momenti più significativi per l’Istituzione nel suo terzo cinquantennio di storia.

A presentare il calendario, il comandante provinciale colonnello Maurizio Ferla, che ha ripercorso i punti salienti trattati nella pubblicazione ed ha parlato anche del sempre più crescente interesse da parte del cittadino verso il Calendario storico dell’Arma. Che quest’anno è giunto a una tiratura di un milione e 200mila copie, di cui 8mila in lingue inglese, francese, spagnolo e tedesco.  a 016-2

Nato nel 1928, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949, la pubblicazione del calendario, giunta alla sua 80esima edizione, venne ripresa regolarmente nel 1950 e da allora è stata puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dell’Arma e, attraverso di essa, della storia d’Italia.

Le tavole artistiche dell’edizione 2013 - ideate e realizzate dal maestro Paolo Di Paolo - accompagnano il lettore nel percorso iniziato due anni fa. Sono raffigurate le molteplici attività attraverso le quali l’Arma è stata in prima linea nei conflitti mondiali, nonché l’impegno in Patria per il mantenimento dell’ordine pubblico e per il soccorso ai cittadini in caso di calamità naturali. Tante le gesta eroiche che hanno contribuito a rafforzare i reciproci sentimenti con la collettività. Come l’estremo sacrificio del vice brigadiere Salvo D’Acquisto, avvenuto il 23 settembre 1943 a Palidoro, frazione di Fiumicino (Roma) per salvare 22 innocenti cittadini catturati dai tedeschi in segno di ritorsione per l’accidentale morte di un loro soldato, nonché quello dei Martiri di Fiesole (Firenze), avvenuto il 12 agosto 1944, allorquando, alla vigilia della Liberazione di Firenze, tre Carabinieri si consegnarono ai tedeschi per salvare 10 ostaggi, venendo subito fucilati.

Le tavole che aprono il calendario sono dedicate alla difficile vita di trincea della Prima Guerra Mondiale e all’assalto del Monte Podgora, dove i Carabinieri hanno combattuto all’arma bianca per la conquista di “quota 240”. Numerosi gli atti di valore di quei giorni, attestati anche dal Comandante della Brigata “Pistoia” che annotò nel suo Diario di Guerra: “I Carabinieri stettero saldi e impavidi sotto la tempesta di piombo e di ferro che imperversava da ogni parte”. Sono gli anni in cui si è affermato l’impiego dell’aviazione come importante strumento bellico cui si sono cimentati volontariamente militari provenienti da tutti i Corpi armati. Sono 173 i carabinieri che hanno combattuto la Grande Guerra nei cieli italiani e tra questi si distinse il Ten. Ernesto Cabruna, decorato per le sue gesta di Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Si susseguono poi immagini relative al tormentato periodo del dopoguerra, allorquando, malgrado la vittoria dell’Italia, tra la popolazione si diffuse un senso di amarezza e insofferenza, sfociato in disordini cui fece fronte l’Arma trovandosi a rappresentare l’autorità dello Stato nella gestione dell’ordine sociale. Molti carabinieri si distinsero nel tumultuoso periodo: su tutti la medaglia d’Oro al Valor Militare Brigadiere Giuseppe Ugolini che proditoriamente, fatto segno di mortali colpi d’arma da fuoco mentre, solo, si dirigeva a prendere servizio presso la sua nuova sede in Milano, reagì col proprio moschetto uccidendo due aggressori e ferendone altri prima di cadere. Per fronteggiare il particolare periodo di tensioni sociali, nell’ottobre del 1919, vennero istituiti i “Battaglioni Mobili Autonomi Carabinieri”, impiegati in supporto alle Legioni Territoriali nella difesa del Paese e nell’ordine pubblico.

Gli anni tra le due Guerre si caratterizzano anche per la prima intensa lotta alla mafia in Sicilia. Straordinario fu l’impegno dell’Arma che impiegò 800 Carabinieri al comando del Maggiore Giuseppe Artale al fianco del Prefetto Cesare Mori, inviato dal Governo con pieni poteri. La riproduzione della prima pagina del “Processo verbale” che portò alla denuncia per “associazione per delinquere” di 121 individui è uno dei brillanti risultati ottenuti dall’Arma nei quattro anni di duro lavoro svolto con il Prefetto “di ferro”.

Nelle tavole successive viene rappresentato l’affetto popolare verso l’Arma dei Carabinieri per la sua opera di intervento premuroso e solerte a favore della cittadinanza, testimoniato dai disegni a colori delle copertine dei vari giornali. Achille Beltrame, famoso illustratore del più diffuso settimanale dell’epoca “la Domenica del Corriere”, affermò: “Una tavola a colori di prima pagina acquista maggiore credibilità se vi è la presenza di un militare dell’Arma”.

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