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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Caos nella "Sanitaservice": protestano i lavoratori

Il processo di internalizzazione lascia molti dubbi sia sull'organizzazione del lavoro che sugli incarichi diregenziali affidati agli ex coordinatori delle ditte esterne. Oggi tavoli dei sindacati

LECCE - Si chiude una porta e si apre un portone, recita il proverbio: ma per i lavoratori assunti dalla Sanitaservice leccese non è andata proprio così, almeno a giudicare dalle infervorate proteste di questa mattina di fronte all'ingresso della direzione sanitaria di via Miglietta.

Gli avevano garantito vita nuova: nuovi turni di lavoro e nuovi padroni.
Un lavoro libero e "svolto in santa pace", dicono, "non chiediamo altro".
E invece, dopo le internalizzazioni nella Asl di Lecce, l'organizzazione delle attività quotidiane è ancora sottosopra.

Di fatto, nulla è cambiato per le 680 unità che dal primo maggio sono al servizio della società in house creata dalla Asl salentina: chi lavorava a 30 ore continua a farlo, in attesa del passaggio alle 36. Ma soprattutto è rimasto in piedi quel vecchio sistema clientelare e di favoritismi che avevano sempre denunciato: "chi è simpatico al capo, lascia le mansioni di pulizia per fare l'ausiliario - spiega una lavoratrice - e poi i vecchi coordinatori che lavoravano con le ditte esterne, sono diventati dirigenti aziendali senza merito nè titoli".

"Sono persone con la terza media che non sanno nulla di come funziona il lavoro - fa eco un'altra signora - eppure decidono per noi. Chi li ha messi lì?". Nella nuova guerra tra poveri, si inserisce così il segretario Usb, Gianni Palazzo: "con la partenza della nuova società in house sapevamo di dover andare in contro ad una prima fase, naturale, di caos e disagio ma la situazione è scivolata di mano".

"Avevamo chiesto all' amministratore unico di Sanitaservice, Vito Gigante, di dare indicazioni univoche alle varie direzioni mediche su come comportarsi con la distribuzione del personale e delle turnazioni e ciò non è venuto", continua Palazzo che sottolinea anche la mancanza di un ufficio preposto per il personale.
Anzi, a svolgere queste mansioni, ci sarebbero ora un segretario provinciale di una sigla sindacale e un ex coordinatore dell'azienda Supernova che "continua a lavorare per Sanitaservice per motivi a noi sconociuti".

Le ditte cui erano affidati gli appalti, in definitiva, non sono mai scomparse dalla scena, anzi continuano a gestire le aree comuni degli ospedali (vale a dire i corridoi e gli androni) con nuovo personale assunto a tempo indeterminato: "una decisione che oltre ad aumentare i costi per la stessa Asl, alla faccia del risparmio - denuncia Palazzo- rappresenta una beffa per tutti i lavoratori internalizzati".
Ma sul piatto della bilancia, ciò che pesa davvero sono le nuove cariche "privilegiate" affidate agli ex coordinatori delle ditte esterne che invece "sono stati assunti per svolgere analoghe mansioni di pulizie e portierato".

Da qui, all'aperta denuncia alla Asl di Lecce che viene dai lavoratori, il passo è brevissimo: a differenza di quanto avvenuto a Foggia o Taranto, a Lecce gli incontri tra le sigle sindacali e il direttore amministrativo Vito Gigante, avverranno oggi in sede separata: prima Cgil, Cisl, Uil e nel pomeriggio Usb, Fsi, Cisal, Cobas e Fials.

"Per risolvere i problemi comuni dei lavoratori non si possono frazionare i sindacati -conclude Palazzo - è un metodo antidemocratico, soprattutto se si considera che le sigle escluse dal primo tavolo rappresentano il 70 per cento dei lavoratori".

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