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Cronaca Carmiano

L'amico lo cerca e lo ritrova morto in campagna impiccato a un albero

Il dramma s'è consumato a Carmiano nel pomeriggio. Sul posto sanitari del 118 e carabinieri, ma al loro arrivo non c'era più niente da fare. L'uomo, 55enne, era conducende di autobus scolastici. E' il secondo episodio che si registra nello spazio di pochi giorni nel nord Salento

CARMIANO – Una tragedia s’è consumata nel primo pomeriggio di oggi alla periferia di Carmiano, dove un uomo di 55 anni, conducente di bus scolastici, è stato trovato morto per impiccagione. La scoperta è stata fatta casualmente da un amico, preoccupato perché non stava riuscendo a contattarlo. Ha iniziato a cercarlo nei posti da lui più spesso frequentati, fin quando non ha fatto la tragica scoperta. 

Una corda annodata al collo, si era lasciato andare da un grosso ramo di ulivo, all’interno di un podere, peraltro non lontano dalla sua abitazione. L’uomo ha subito chiamato il 118, ma il personale sanitario giunto sul posto a bordo di un’ambulanza, non ha potuto fare nulla. Il 55enne era ormai deceduto.

L’episodio è stato riferito ai carabinieri della stazione locale, che hanno avviato una breve indagine e ascoltato l’amico dell’uomo. Sembra che all’origine vi fosse una forma d’insofferenza personale. I militari dipendenti dalla compagnia di Campi Salentina stanno comunque indagando per capire se vi siano stati fattori esterni che abbiano condotto l'uomo al gesto estremo, anche se si tende già a escluderlo. Un atto dovuto per fugare ogni dubbio, anche perché non sarebbero stati lasciati biglietti con spiegazioni alla famiglia. 

Purtroppo si tratta del secondo episodio in pochi giorni, nel nord Salento. A Trepuzzi, qualche notte addietro, una donna di 39 anni si è lanciata nel vuoto, nel cortile del palazzo in cui risiedeva con il compagno. E’ morta sul colpo. Quella notte nel paese sono giunti in massa i carabinieri anche dal nucleo investigativo e dal reparto operativo di Lecce, per verificare che si trattasse effettivamente di un gesto volontario e non di una tragedia avvenuta al termine di una colluttazione. 

Questo perché la cucina era stata trovata in estremo disordine, con sedie e computer per terra. In realtà era stato un accesso d’ira, seguito dal drammatico salto nel vuoto. Il convivente, un uomo peraltro dal carattere mite e senza alcun tipo di problema con la giustizia, è stato interrogato fino alle 4 del mattino, ma sul su corpo non c’erano segni che lasciassero pensare ad altro

D’altro canto, come attestato dai parenti, più volte nel tempo avevano ricevuto messaggi piuttosto espliciti sulla volontà di farla finita. Nessun crimine, dunque, né in quell’episodio, né in quello odierno. Piuttosto, drammi personali della disperazione che stanno però assumendo una preoccupante frequenza.   

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