Casa adibita a centro prostituzione, torna indietro il processo a giudice ed ex poliziotta
Ieri, i giudici hanno accolto l’eccezione sollevata dalla difesa: agli imputati non fu notificato l’avviso di conclusione delle indagini. Rispediti gli atti alla Procura
LECCE - Torna ai nastri di partenza il procedimento penale nei riguardi del magistrato cassazionista, Giuseppe Caracciolo, leccese di 61 anni, e la sua compagna Pasqua Biondi, 54 anni, di Brindisi, poliziotta in pensione, accusati di aver affittato, nel 2016, la loro abitazione nel centro di Lecce a giovani straniere, che l'avrebbero utilizzata come luogo per prostituirsi.
Ieri avrebbe dovuto tenersi la prima udienza del processo, ma i giudici della prima sezione del tribunale di Lecce hanno accolto l’eccezione sollevata dall’avvocato difensore della donna, Ladislao Massari, ritenendo nullo il decreto di rinvio a giudizio, non essendo stato preceduto dall’avviso di conclusione delle indagini. Gli atti sono quindi ritornati alla Procura.
La coppia risponde di favoreggiamento della prostituzione e per questo reato fu già condannata in primo grado, in abbreviato, dal gup Carlo Cazzella, a un anno di reclusione col beneficio della pena sospesa. Il verdetto fu poi annullato dalla Corte d’appello, il 19 dicembre del 2020, perché l’imputazione non fu mai contestata dal pm (l’accusa era diversa, di sfruttamento della prostituzione) con l’impossibilità dunque per gli interessati di potersi adeguatamente difendere.
Secondo le indagini condotte dagli agenti della Squadra mobile di Lecce, avviate in seguito ad alcune segnalazioni da parte dei residenti nella zona, secondo i quali ci sarebbe stato un continuo via vai di uomini dall’appartamento di cui era proprietario Caracciolo, le giovani inquiline (per lo più romene) avrebbero organizzato un vasto giro di meretricio. Le “prestazioni” sarebbero state pubblicizzate su alcuni siti specializzati in incontri e sesso a pagamento.
Dinanzi al gip che emise il decreto di sequestro dell’immobile, il giudice respinse ogni accusa, evidenziando di essere vittima di un clamoroso e grave equivoco.
Non è escluso che non appena la Procura chiuderà nuovamente le indagini, i coniugi chiedano di essere interrogati, per cercare di dimostrare ancora una volta l’estraneità alla vicenda, assistiti dagli avvocati Massari e David Brunelli.