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Cronaca

Case, un'emergenza senza fine: un'intera famiglia rischia di finire per strada

Codici Lecce rileva l'ennesimo episodio drammatico: padre, madre e figlia di 10 anni fra meno di una settimana saranno sfrattati. Lui ha perso il lavoro quando, ironia della sorte, ha chiuso l'agenzia immobiliare con cui collaborava. E intanto, il senzatetto Piero Scatigna trova occupazione. Ma a Malta

LECCE – Senza un lavoro, con una famiglia da mantenere. E ormai quasi senza una casa. Il prossimo 28 settembre un uomo, la sua consorte la e figlioletta di 10 anni, rischieranno di ritrovarsi in mezzo a una via. Oggi abitano ancora nel rione San Lazzaro, fra cinque giorni non si sa. I diritti: per molti ma non per tutti, parafrasando lo slogan di una vecchia pubblicità. Perché la Costituzione italiana appare sempre più una carta intrisa di belle parole, lontana anni luce dalle mille verità quotidiane. Storie di vicinato che spesso non si vogliono vedere.   

Ancora una volta è Codici Lecce, associazione di difesa dei consumatori, a portare a galla una vicenda dai risvolti drammatici. Il nucleo familiare abita in un appartamento in affitto. I soldi però mancano e soluzioni all’orizzonte non se ne vedono. Ironia della sorte, quasi uno schiaffo del destino: a rischiare lo sfratto, con tutto il suo nucleo, è un uomo che fino a poco tempo addietro collaborava con un'agenzia immobiliare. La quale ha dovuto chiudere i battenti a causa della crisi che ha colpito anche questo settore. Una sorta di effetto domino: niente case da vendere, niente casa in cui vivere.

Si dice che senza un lavoro un uomo perda la sua dignità. Di sicuro, senza soldi non può portare avanti una famiglia, garantirle un alloggio decente. Lo sfratto per morosità, l’inevitabile conseguenza. La parrocchia d’appartenenza ha raccolto anche alcuni fondi. Con 2mila euro sono state saldate le somme dovute al proprietario dell’immobile. Manca, però, una formale rinunzia all'azione esecutiva, fa sapere l’avvocato Stefano Gallotta, segretario della sezione leccese di Codici. E siccome anche le istituzioni, finora, sono state latitanti, addio diritto alla casa. Qualcuno, allora, si chiede a cosa serva, alla fine di tutto, la legge regionale 10/2014.

Codici Lecce si rivolge a questo punto direttamente al Comune di Lecce. Anche perché situazioni simili stanno diventando troppe. A Palazzo Carafa, con un appello rivolto in primis al sindaco Paolo Perrone, l’associazione chiede di affrontare l’emergenza abitativa di petto. Magari istituendo, come già proposto di recente, un tavolo di lavoro per individuare e assegnare, in via transitoria, gli immobili vuoti del patrimonio comunale o di altri enti e privati, dando così anche un segnale che simili questioni sono fra le priorità del Comune.

Anche perché chi esce fuori dall’incubo, a volte deve comunque fare rinunce difficili, persino radicali. I più ricorderanno il caso di Piero Scatigna, il cittadino leccese che per circa un anno ha fatto di un’automobile la sua casa. La sua storia, come quello di Laura Critelli, è finito anche in Senato. Per Scatigna, il tam-tam mediatico ha sortito qualche effetto, anche se dovrà abbandonare l’Italia. E quindi, almeno temporaneamente, la sua famiglia. Ha ottenuto, infatti, avuto un'opportunità di lavoro nell’isola di Malta. Fra due giorni sarà lì, per prendere servizio in un ristorante.

“Tutto è meglio rispetto a quanto ho vissuto nell'ultimo anno”, commenta Scatigna. “Ricominciare a lavorare significa tanto per me, recuperare la dignità umana e l'indipendenza economica per assicurare un futuro alle mie figlie mi avrebbe fatto accettare un lavoro anche dall'altra parte del mondo”.

Se tutto volgerà per il meglio, dopo la fine dell'anno scolastico anche moglie e figlie dovrebbero trasferirsi a Malta, per avviare tutti insieme una nuova esistenza. Ma non può diventare la norma che simili casi si risolvano con trasferimenti di sana pianta in luoghi lontani. E’ vero, si vive in tempi di globalizzazione, ma certi episodi sembrano segnare la sconfitta di un territorio, porre l’accento sull’assenza di possibilità concrete in loco, quasi suggerire che questa terra è avara nell’offrire speranze e risposte concrete per i suoi abitanti in difficoltà.   

“E' triste essere costretti a lasciare la propria terra e i propri affetti – rileva l'avvocato Gallotta –, ma chi istituzionalmente doveva aiutare questa bellissima famiglia e, in primis, il Comune di Lecce, ha ignorato tutti gli appelli rivoltigli dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dalla vicepresidente della Commissione diritti umani al Parlamento, la senatrice Daniela Donno del Movimento 5 stelle, da Raiuno, da La7, dalle più importanti testate giornalistiche nazionali e locali.. Un silenzio sconcertante che ha reso impossibile risolvere questa drammatica vicenda in altro modo”.

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