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Cronaca Via delle Giravolte

Denuncia stalking, tallonata si barrica nel centro antiviolenza

Una donna, presentatasi al "Renata Fonte" per denunciare maltrattamenti, è stata seguita dal compagno. Dopo un primo intervento della polizia, l'uomo è tornato dicendo di voler parlare. Maria Luisa Toto: "Serve una casa rifugio"

 

LECCE – Almeno cento chiamate in un mese e mezzo. L’ultima arriva al Centro antiviolenza  “Renata Fonte” di Lecce proprio mentre è in corso un’emergenza: davanti alla responsabile Maria Luisa Toto, e a due cronisti, siede una donna polacca di 42 anni, insegnante di chimica e di informatica. Ha conosciuto il suo attuale compagno per ragioni di lavoro, attraverso un amico in comune, ed ha accettato di venire a vivere nel Salento.

Questa mattina ha preso il bus per recarsi dalle parti di Via delle Giravolte, sede della struttura dove ogni giorno il numero di emergenza nazionale 1522 dirotta le chiamate locali, perché stanca di essere pedinata, controllata, impossibilitata ad avere la benché minima relazione sociale. L’uomo, un italiano prossimo ai 60 anni, l’ha addirittura seguita, finendo poi per essere identificato dagli agenti di polizia e invitato ad allontanarsi. La raccomandazione, però, è durata poco: poco dopo le 13 - lo si è appreso da una successiva conversazione telefonica con la responsabile - si è ripresentato al “Renata Fonte” sostenendo di voler parlare con la compagna, ma la presidente dell'associazione "Donne insieme onlus"  ha preferito continuare a tenere chiusa la porta. Con l'assistenza dei legali del centro, la 42enne ha poi sporto regolare denuncia.

stalking 002-2Ma il vero problema è che la donna non ne vuol sentire di tornare in quella casa dove da un anno convive con l’uomo e nella quale denuncia di essere rimasta letteralmente reclusa per gli ultimi cinque giorni. Nemmeno la presidente, del resto, prende in considerazione quest’opzione, rammentando che la maggior parte degli episodi di violenza sulle donne avviene per mano di uomini incensurati. Dove dormirà, dunque, a partire da stanotte? Sono anni che il centro richiede alle istituzioni una casa rifugio, ma nella pratica tutto è affidato alla buona volontà degli operatori della struttura – una dozzina tra legali e varie figure professionali specializzate nell’assistenza – che si fanno carico dei molteplici risvolti della questione al di là delle proprie possibilità. Mancano fondi adeguati e quelli stanziati tardano sempre ad arrivare.

E’ stanca Maria Luisa Toto – che ha anche chiesto l’intervento dei servizi sociali del Comune di Lecce - di dover combattere la battaglia in difesa delle donne senza gli strumenti adeguati. Ogni anno il centro snocciola i dati statistici sui casi trattati (oltre settecento nell’ultimo rapporto annuale aggiornato a maggio) in rituali conferenze dove si sprecano i buoni propositi e le promesse, smentite però sistematicamente dalla quotidianità delle segnalazioni e delle denunce.

E’ chiaro che un tema così complesso non possa esaurirsi in una pur necessaria denuncia ed è altrettanto evidente che la stanza dove è alloggiato il centro non può essere trasformata nel rifugio di chi è in cerca di una protezione. Via delle Giravolte è troppo piccola per un dramma così grande. 

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